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ZELTWEG - Nel 2020, Danilo Petrucci era stato licenziato dalla Ducati ancora prima che iniziasse il campionato, senza poter dimostrare il suo valore. Una brutta situazione.
In Ktm, Danilo sembrava aver trovato il suo posto ideale (“Ho sempre comprato Ktm per il fuoristrada, magari potrei anche correre la Dakar con loro”), invece, ancora una volta, è stato cacciato nel peggiore dei modi: mentre i piloti della MotoGP erano in pista per le FP4, la Ktm annunciava il contratto con Raul Fernandez per il 2022 nel team Tech3.
D’accordo, si sapeva da tempo, lo sapeva bene anche Petrucci, non si faceva certo illusioni, ma la modalità è stata a dir poco agghiacciante. Una vera schifezza, per dirla in italiano. Un altro schiumerebbe rabbia, sputerebbe giusto veleno. Danilo no, come suo solito usa l’ironia, invece della sciabola.
“Non sono certo sorpreso da questa notizia: se li chiami al telefono e non ti rispondono, è difficile che ti rinnovino il contratto… Certo, per educazione, sarebbe stato meglio rispondere e sarebbe stato più giusto aspettare qualche ora a fare questo annuncio. E’ chiaro che non ho raggiunto i risultati sperati e io stesso avevo detto in Olanda che se fossi stato un responsabile Ktm avrei preso Raul Fernadez, ma quanto successo dopo aver sentito certe dichiarazioni (da parte della Casa austriaca, NDA) dove affermavano di non aver deciso nulla, mi fa sorridere. Avevano pianificato tutto da tempo”.
Avrebbero potuto dirlo giovedì, o a fine gara.
“Potevano fare questo annuncio giovedì scorso, o quello prima, o quello prima ancora… E’ questo che fa abbastanza specie. Io lo sapevo, ma non lo potevo dire, l’hanno annunciato loro: è una situazione 'divertente' sapendo tutti i retroscena”.
Ma dopo l’annuncio ti hanno parlato, ti hanno detto qualcosa?
“Sì, poco fa abbiamo fatto una riunione: mi hanno licenziato ufficialmente, avevo ancora la tuta addosso. La bellezza di questo mondo è che non finisce mai di stupirmi, ma sono sorpreso e deluso da certi comportamenti che hanno avuto alcune persone da giugno fino adesso. Ma ho promesso a Ktm che rimarrò un loro cliente, come lo sono sempre stato, continuerò a comprare le loro moto (da fuoristrada, NDA) in futuro se ci sarà la possibilità”.
E adesso?
“Non lo so, sono aperto a tutte le possibilità e ci siamo già mossi. L’importante è che chi mi prende creda in me, non lo faccia solo per coprire un buco”.
Petrucci dice di non avere rimpianti.
“Sinceramente, ho raggiunto più di quanto mi aspettassi, anche se, come tutti, sognavo di vincere il titolo. Ma il vero sogno era guidare una moto e ci sono riuscito. Purtroppo il mio peso e le mie dimensioni rendono più complicato essere competitivo, ma io so di esserlo: ho vinto una gara in MotoGP meno di un anno fa, non è un risultato che raggiungono in tanti. Mi sono sempre preso le mie responsabilità, ma ci sono delle difficoltà oggettivo: peso 40 kg in più di Pedrosa, del collaudatore della Ktm”.