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Ormai gli ultimi minuti delle libere e delle qualifiche della Moto3 sono diventati uno spettacolo vergognoso: prima i piloti “pascolavano” lungo la pista in attesa di una scia, adesso, per non prendere penalità, stanno tutti dentro al box fino al limite della bandiera scacchi. Con il risultato che, sempre più spesso, molti piloti non riescono ad effettuare nemmeno un giro tirato, perché transitano sul traguardo a tempo scaduto. Bisogna assolutamente fare qualcosa.
Voto 0, a piloti e team manager della Moto3. Nessuno escluso.
Sam Lowes sta eguagliando e battendo primati su primati. Conquistando il primo tempo in qualifica, è diventato il terzo pilota, dopo Johann Zarco e Tito Rabat, a ottenere due pole nei primi due GP: sia Zarco sia Rabat vinsero poi il titolo mondiale. Lowes è il primo pilota della storia della Moto2 ad aver vinto le prime due gare della stagione.
Uno, come i piloti capaci di vincere le prime due gare della stagione della Moto2
Jorge Martin in pole, Johann Zarco secondo: due Ducati ai primi due posti in qualifica. L’ultima volta che era successo era stato nel GP di Aragon 2018 con Jorge Lorenzo in pole e Andrea Dovizioso secondo
Due, come le Ducati ai primi due posti in qualifica.
Dopo essere stato abbattuto dalla moto di Jeremy Alcoba, John McPhee ha perso la testa e nella via di fuga ha preso a calci Alcoba, che ha risposto più tardi con una manata. Davvero brutto da vedere. McPhee, poi, ha chiesto scusa, dicendo di aver perso il controllo dopo essere stato coinvolto in un incidente, senza colpe, per il secondo GP consecutivo. Entrambi sono stati penalizzati: nel prossimo GP, Alcoba partirà dalla pit lane 5 secondi dopo la normale procedura, McPhee 10.
Voto 3 a McPhee e ad Alcoba.
Joan Mir è un pilota fortissimo, ma in qualifica soffre. Anzi, ha sempre sofferto, non solo in MotoGP, ma anche in Moto3, nonostante il dominio del 2018, quando vinse il titolo. Nel gP di Doha è arrivato in Q2 passando dalla Q1; è la quarta volta che accade dopo Catalunya e San Marino nel 2019 e Qatar settimana scorsa.
4, come le volte in cui Mir è andato in Q2 passando dalla Q1.
Nelle sue decisioni, lo Stewards Panel non convince mai completamente: è chiaro che non si potrà mai mettere d’accordo tutti, ma la sensazioni è sempre quella che tra le varie categorie e piloti vengano usati due pesi e due misure. Se non altro, adesso c’è una comunicazione immediata, ogni contatto viene messo “under investigation”, sotto investigazione. E’ giusto così: questo non significa che bisogna sempre dare una punizione, ma ogni contatto deve essere esaminato, per poi decidere, magari, che non bisogna prendere provvedimenti. Come è stato fatto, per esempio, con Miller e Mir, anche se si fa fatica a capire perché Jack non è stato sanzionato in qualche modo.
Voto 5, allo Stewards Panel.
Nel GP del Qatar era mancata la Ktm in Q2, ma questa volta Miguel Oliveira è riuscito a superare la Q1: tutte le sei Case, quindi, erano presenti nel 15 minuti cronometrati decisivi per la pole. Bello.
Sei, come le Case in Q2 in MotoGP.
Conquistando il miglior tempo in qualifica, Jorge Martin è diventato il settimo pilota differente a conquistare la pole negli ultimi sette GP. Una striscia iniziata con Quartararo (Aragon) e continuata con: Nakagami (Teruel); Pol Espargaro (Europa), Franco Morbidelli (Valencia), Miguel Oliveira (Portogallo) e Pecco Bagnaia (Qatar). Tra questi, solo Morbidelli e Oliveira hanno anche poi vinto il GP. Nella prossima gara in Portogallo questa striscia verrà interrotta?
Sette, come i piloti in pole negli ultimi sette GP della MotoGP.
Quando ha percorso la pit lane, dopo aver conquistato la sua prima pole in MotoGP, per andare al parco chiuso, Jorge Matin è stato accolto e applaudito da tantissimi uomini del paddock, di moltissime squadre. Il giusto riconoscimento per un’impresa di altissimo livello: davvero un bel momento di sport.
Voto 8, alla sportività nei confronti di Martin.
8”928: è questo la differenza tra il vincitore Fabio Quartararo e il 15esimo al traguardo, Miguel Oliveira. Si tratta del minore distacco della storia della MotoGP: quasi incredibile.
9, come i secondi tra il primo e il 15esimo in MotoGP.
Franco Morbidelli è un pilota straordinario, ma, se possibile, è ancora più grande come uomo. Molto attento ai diritti umani, molto sensibile, mai banale, il Morbido conquista per la sua purezza. E certe sue dichiarazioni mettono i brividi, in senso positivo, naturalmente. Come quando, giovedì, alla vigilia del GP di Doha ha detto: “Ritirarmi domenica scorsa per il problema tecnico? Ho troppo rispetto per il lavoro della mia squadra, meglio fare una brutta figura che tornare ai box”. Oppure quando sabato, dopo una giornata molto complicata ha dichiarato: “Anche il peggior giorno in MotoGP è meglio di un giorno normale senza moto”. Pelle d’oca.
Voto 10, a Franco Morbidelli
Quanto fatto da Pedro Acosta merita un’eccezione: per la prima volta in questa rubrica viene introdotto il 10 e lode. Acosta, 16 anni, apparecchio nei denti, faccia da ragazzino (come è ovvio che sia, vincitore della Rookie Cup, al secondo GP nel mondiale, è stato capace di vincere il GP partendo dalla pit lane, recuperando gli 11”1 di distacco accumulati nel primo GP. Ed è anche in testa al mondiale, dato che nella prima gara aveva fatto secondo, dietro al compagno di squadra Masia. Se non l’avessi visto, forse non ci avrei creduto.
Voto 10 e lode ad Acosta.