MotoGP 2021. Graziano Rossi racconta Valentino: “Con Yamaha l’amore non c’è più”

MotoGP 2021. Graziano Rossi racconta Valentino: “Con Yamaha l’amore non c’è più”
Sarà facilmente Ducati la moto del team VR46, e questo riavvicinamento piace a Rossi senior. Il bilancio della prima parte di stagione di Valentino, i tempi dello stop, la 24 Ore di Le Mans. E poi Luca, Acosta, Assen l’ultima spiaggia
10 giugno 2021

Avevo un appuntamento con Graziano Rossi: fin dal Portogallo, che Valentino ha chiuso male con una caduta, volevo fare con lui un bilancio sulla condizione del figlio. Graziano mi aveva chiesto di attendere la tripletta dei GP di Jerez, Le Mans e Mugello, tre piste amate dal suo pilota. Ma poi la pioggia di Le Mans, e soprattutto la difficoltà di capirci qualcosa di chiaro, hanno spinto il famoso babbo a rinviare la telefonata al dopo Barcellona. Ed eccoci collegati.

Graziano comincia con le battute, come d’abitudine, ma poi si arriverà alle cose serie.

“Non ne so molto, per capire qualcosa in più non so bene con chi parlare. Per Valentino io vengo dopo tutti gli altri: prima c’è il suo manager, poi la VR46, poi le fidanzate, le mamme… E’ una situazione molto difficile, credo che come Vale ha già detto tante volte deciderà dopo Assen, se andare avanti o no. Io ho ancora la speranza che tra il Sachsenring e Assen lui torni ad essere un pilota veloce. Speranza grande quanto? Non ti so dire”.

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Io personalmente sono deluso e un po’ anche preoccupato che la grande storia di VR si chiuda malamente. Non lo nascondo a Rossi senior, che però insiste sulle difficoltà dell’analisi: negli ultimi tre GP qualche volta è andato bene in prova e male in gara, talvolta il contrario, insomma la situazione è molto più complessa di quanto suggerirebbe la razionalità.

“Sarebbe semplice ammettere che non sa più andare forte, e trarre le debite conclusioni. Ma lui vede la possibilità di essere ancora veloce, e la vedevo anch’io all’inizio della stagione… Invece non è successo, ma quanto comanda lui? C’è anche la condizione tecnica, e comunque si può capire cosa significhi e quanto sia difficile decidere di fermarsi per uno così, che ha sempre fatto una cosa sola e l’ha fatta bene”.

Ok, cambiano tema, allora. Cosa farà Valentino l’anno prossimo, o tra due anni, insomma quando attaccherà il casco al fatidico chiodo? Come passerà le sue giornate dopo tutti questi anni di corse e piste?

“Quello è l’ultimo dei suoi problemi. A parte che è capace di dormire anche 22 ore al giorno, le gare di auto sono la sua passione vera: è bravo e ci proverà di sicuro. Non la F1, naturalmente e neanche i rally perché lì c’è da lavorare tanto. Ha già detto che vorrebbe correre la 24 Ore di Le Mans, una gara importante e con le macchine potenti. Ma poi dovrà anche lavorare per il team VR46, che diventa una cosa molto grossa. Non lo vedo presentarsi in ufficio di primo mattino, certo, però credo anche che si divertirà a fare le due cose: team e corse con le auto. Poi c’è anche da valutare un altro fatto: ha una fidanzata in gamba, magari da un giorno all’altro mi viene a dire che stanno aspettando un figlio. Sono cose che succedono, nella vita”.

Se la ride, babbo Rossi, con la tipica leggerezza di famiglia. A proposito del team e della MotoGP del prossimo anno, che idea si è fatto Graziano? Le moto saranno Ducati? E i piloti?

“Immagino che le moto saranno senz’altro le Ducati, per due ragioni: primo, la Ducati oggi ha un ruolo nelle corse ben diverso da quello del biennio che Valentino fece con loro; con le Ducati non parti certo svantaggiato e poi questo riavvicinamento mi piace. Secondo: con la Yamaha l’amore non c’è più. Questioni di credibilità e di sensibilità nei confronti del progetto. Piloti? Luca Marini è il pilota a cui Valentino crede di più, naturalmente è al centro della nuova avventura. Di più non so proprio”.

Quando gli chiedo chi segue, tra i piloti dei GP in tivù, Graziano Rossi premette ridendo che qualche volta si alza dal divano e va anche via, se ha qualcosa di più interessante da fare. I piloti che agli piacciono sono tanti: quelli del team VR46 e dell’Academy, che sono ormai in tutte le cilindrate, poi Pedro Acosta...  Ecco, il ragazzino della Moto3: gli ricorda Vale agli esordi?

“Moltissimo per l’approccio: anche quando Vale arrivò in 125 c’erano tanti piloti esperti e veloci. E come Valentino anche Acosta ha la stessa naturalezza, la stessa disinvoltura. Il controllo della moto, dici? E’ vero, anche qui gli somiglia, Acosta la guida come nessun altro, fa fare alla moto quello che vuole lui”.

In conclusione il nostro bilancio su Valentino resta tuttora in bilico, anche se molti - beati loro - hanno solo certezze al riguardo. Graziano butta un occhio all’immediato futuro ed esprime il suo desiderio.

Vorrei naturalmente che terminasse la stagione da pilota veloce. Che si sbrighi nelle prossime due gare: al Sachsenring e poi ad Assen”.