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PORTIMAO - Della serie: il pilota fa ancora una bella differenza e la gara di Joan Mir lo conferma.
La moto è uguale identica a quella di Misano, il risultato molto differente. A cambiare è stato il pilota, molto più rilassato e determinato.
“Purtroppo per me, Bagnaia è riuscito a tenere un ritmo di un decimo superiore al mio: speravo in qualche errore, invece non ne ha fatti. Mentre io ero al limite in ogni giro, lui sembrava guidare in modo rilassato e con grande efficacia: è riuscito a trovare qualcosa che gli permette di fare una bella differenza.
Ma sono contento del mio risultato, anche per la squadra: è stato un ottimo fine settimana, sono sempre stato davanti, questo è il nostro vero potenziale. Spiace solamente non essere riuscito a lottare per la vittoria”.
Quanto è stato importante fare bene in qualifica?
“La prima fila è una gran cosa: adesso che ho provato che effetto fa, non voglio più tornare indietro… Ma è stato fatto un passo in avanti anche a livello tecnico, abbiamo trovato la strada per essere più competitivi”.
Per tornare a giocarsi il titolo, la Suzuki deve cambiare molto?
“La filosofia della Suzuki non è mai stata quella di cambiamenti radicali, ma di una evoluzione di quello che c’è. In Giappone, però, hanno capito che quest’anno ci è mancato qualcosa, è probabile che nei test a Jerez (18 e 19 novembre, NDA) porteranno più pezzi del normale per avere un pacchetto più competitivo. Ma qui abbiamo cominciato a vedere la luce”.
Anche perché tu sei tornato a guidare come sai fare.
“Sono arrivato qui più riposato: ho chiesto troppo a me stesso durante la stagione, pensavo solo a come migliorarmi per vincere. Ho lavorato tantissimo per trovare qualcosa di più, mentalmente è stata molto dura e a Misano2 sono collassato di testa. Ho staccato per una settimana, mi ha fatto decisamente bene”.
Vai a Valencia con quale spirito?
“Positivo: credo si possa fare bene”.
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