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PORTIMAO - Facendo le debite proporzioni, si può dire che il Valentino Rossi di adesso continua ad avere una caratteristica dei tempi d’oro: in gara va sempre meglio che in prova.
“Il primo obiettivo era arrivare a punti e l’abbiamo raggiunto. La gara è stata molto veloce, ho tenuto un buon passo per tutti i giri se facciamo un confronto con quanto fatto in prova.
E’ stato possibile fare alcuni sorpassi. E’ stato possibile stare con mio fratello, che era più veloce di me: insieme abbiamo fatto una buona gara. Alla fine è stato possibile recuperare: forse avrei potuto attaccarlo in qualche modo, ma c’è stata la bandiera rossa.
C’erano alcuni punti dove io ero più veloce, ma lui era molto più competitivo nell’ultima parte della pista. In definitiva lo considero un GP positivo”.
Hai corso con la dura posteriore: con il senno di poi rifaresti la stessa scelta?
“Per me è stata la scelta giusta, non avevo un buon passo con la media. La dura scivolava un po’, ma è stata costante e mi sono trovato bene”.
Quali sono le sensazioni che provi?
“Questa è stata una stagione dura per me: mi aspettavo e speravo di essere più forte. Credo che sia giusto ritirarsi, sono tranquillo. Manca solo una gara, da una parte è un dispiacere pensare che non sarò più in pista nel 2022, ma dall’altra parte sono contento, perché è stata una stagione lunghissima, molto dura. Valencia è un tracciato difficile per me, ma cercherò di fare il massimo, di rimanere concentrato e di prendere qualche punto anche lì”.
Stoner ha detto che secondo lui c’è troppa elettronica, che adesso si può superare solo in frenata, le gare sono meno spettacolari e le moto sono troppo “consistenti”: sei d’accordo?
“Questo è l’aspetto che è cambiato di più rispetto ai tempi di Casey. Oggi l’ultimo giro in gara è stato 0”9 più lento del miglior giro e io ieri sono stato 0”9 più lento della pole, ma ero 16esimo. Le moto di oggi aiutano tutti i piloti a essere più consistenti con l’elettronica, ma è anche vero che adesso i piloti sono molto più preparati fisicamente e in MotoGP sono tutti, o quasi, campioni del mondo. Sotto un certo punto di vista sono d’accordo con Casey, ma questa è la MotoGP moderna. Durante questi anni, Dorna ha lavorato moltissimo per rendere il campionato più equilibrato, per avere meno differenza tra moto ufficiali e non. Il risultato è stato raggiunto”.
Il tuo giudizio su Bagnaia?
“Oggi è stato bravissimo e, più in generale, in questo fine settimana è stato sempre il più veloce. Ha conquistato la quinta pole consecutiva, la Ducati fa paura e lui la guida in maniera eccelsa. E’ uno spettacolo vederlo guidare, quando fa il giro veloce è eccitante per un appassionato di moto. E’ pronto. Peccato che a Misano ha messo la dura anteriore e si è steso, altrimenti il campionato sarebbe stato ancora aperto. Oggi, però, io gli avevo consigliato di mettere la dura, invece ha messo la media: aveva ragione lui. Se riesce a fare la scelta giusta delle gomme, nel 2022 sarà dura per tutti”.
Ha la stessa capacità di Lorenzo di martellare costantemente sugli stessi tempi: ti ricorda Jorge?
“Conosco benissimo Pecco: l’aspetto che mi impressiona di più è il suo talento nel fare quello che vuole con la moto. E’ una persona molto tranquilla e gentile, ma quando sale in moto ha un grandissimo coraggio e tecnicamente ha un modo di guidare particolare. Quando è riuscito a sfruttare questo suo modo di guidare che gli ha fatto conquistare il titolo della Moto2, è diventato tostissimo. Non so se mi ricorda Lorenzo: Jorge era più pulito come guida, Pecco è più aggressivo. E’ pronto per vincere il titolo, ma riuscirci è difficile, ci sono tanti avversari forti, prima di tutto Quartararo”.
Ma ci sono rimpianti per la sua stagione?
“Pecco e la Ducati hanno qualche rimpianto, potevano vincere: credo che il crocevia della stagione di Pecco sia stato l’errore al Mugello. Lì è caduto, Quartararo ha vinto: Pecco ci ha messo un po’ a riprendersi dalla delusione. Ma se a Valencia continua così, si presenta nel 2022 come il favorito al titolo, anche se non è campione del mondo”.
Quale sarà la pista che ti mancherà più della altre?
“Mugello. Poi il GP di Barcellona, quello dove mi sono divertito di più, lo amo. Assen, l’università della moto, Phillip Island che è tosta, veloce e si vede il mare".
Dopo quanto successo in Moto3 con Darryn Binder, molti dicono che ci vorrebbe una “Super Licenza” per la MotoGP come in F.1. Cosa ne pensi?
“Per Foggia è veramente difficile finire il campionato in questo modo. Non so se sia necessaria una super licenza per la MotoGP, ma è vero che ci sono alcuni piloti, come Binder, che sono sempre molto aggressivi e a volte fanno errori tipo quello di oggi, coinvolgendo altri piloti. Per me, più che una super licenza bisogna valutare pilota per pilota. Ci sono delle dinamiche per cui il team Petronas ha dato fiducia a Binder, qui è molto ben voluto e tutti pensano che sia uno veloce. Ci sono piloti che sono troppo aggressivi, più o meno sono sempre quelli: queste cose sono capitate tante volte e sono sempre gli stessi piloti. Ecco perché dico che più che la super licenza servirebbe parlare a ciascun protagonista e avere più rispetto degli avversari, soprattutto di due che si stanno giocando il titolo: Foggia ha lavorato duro tutto l’anno, si è fatto il mazzo, il suo team ha speso i soldi, per poi essere steso in questo modo alla penultima gara, fa male”.
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