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Ci sono piloti che provano solo piacere a correre, come per esempio Valentino Rossi o anche Marc Marquez, altri che soffrono durante il fine settimana di una gara, come per esempio accadeva a Casey Stoner, o come si è visto bene nel documentario di Andrea Dovizioso. Per Jorge Lorenzo, la MotoGP era sofferenza o divertimento?
“A metà strada. Non era una vera e propria sofferenza, ma la concentrazione era altissima e se sei concentrato non sei rilassato e sereno come quando sei in vacanza o guardi un film… Stai lavorando, provi sempre a trovare l’ultimo centesimo con il tuo ingegnere. Passavo tutta la mia vita, dentro e fuori dal box, come nella vita di tutti i giorni, pensando a come potevo essere un pilota migliore. Wayne Rainey mi ha sempre detto: 'Non smettere di divertirti', perché ero arrivato a un punto tale di perfezionismo, che avevo smesso di divertirmi. Valentino, quando si mette il casco, è totalmente concentrato come noi: prima scherzava di più, adesso meno, non puoi non essere concentrato al 100%. Ma fuori dalla pista, ha sempre scherzato tanto con il suo gruppo, non stava attento alla dieta, andava a letto tardi la sera: in questo lui viveva differente”.