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Motogp.com ha approfittato della presenza ad Austin dell'ex pilota Suzuki, il 57enne Kevin Schwantz, per chiedergli un parere sulla stagione di Marc Márquez, il vincitore della gara disputata in Texas il 3 ottobre.
Se c’è un pilota che s’intende (senza averlo voluto) di gravi lesioni e incidenti quello è indubitabilmente Schwantz, che proprio a causa delle gravi conseguenze agli arti dopo tante cadute ha dovuto abbandonare le corse in anticipo, quando ancora aveva la competitività e la voglia di andare avanti.
E
bbene, Kevin era convinto che la prima vittoria ottenuta dal 93 in Germania, il 20 giugno scorso, avrebbe rappresentato la svolta: dopo quel primo successo si aspettava che Marc potesse proseguire la stagione ad altissimo livello.
"Ho seguito attentamente - ha detto Kevin- la gara di Marc al Sachsenring, perché pensavo che, dopo essere stato lontano dalla moto per così tanto tempo a causa dell’infortunio, quel circuito sarebbe stato una grande sfida per lui sia tecnicamente che fisicamente. E’ andata così, in effetti, ma poi sembra che non sia riuscito a trovare la stessa fiducia nei GP successivi”.
Una frattura come quella che ha subìto Marc all'omero destro a Jerez, nella prima gara del 2020, resterà per sempre nella testa del pilota spagnolo. Kevin Schwantz ne è sicuro. Ma il texano lascia spazio al recupero: se il campione della Honda riprenderà ad essere veloce il prima possibile, quel pensiero potrà scivolare via, invece che fissarsi stabilmente nella tua testa. Nella cultura americana esiste da sempre, e colpisce, la capacità di rappresentare per immagini il percorso dei pensieri. L’analisi di Kevin è molto suggestiva.
"L' infortunio - ha spiegato - è qualcosa che hai sempre nella tua testa, ci pensi sempre e ti dici: ecco, adesso, in questa curva, posso cadere perché se l’avantreno inizia a spingere io forse non avrò la capacità e la forza necessaria per recuperare la moto. Ti resta il dubbio, insomma, di aver perso le capacità che avevi prima dell'infortunio. Però, se ogni domenica guadagni qualcosa in termini di velocità e consistenza, se ti avvicini al primo posto ogni fine settimana, allora puoi mettere quel pensiero nella parte posteriore della tua testa, perché non puoi permettertelo”.
Nella parte posteriore della testa: in un angolo, insomma. E la moto? Si capisce che qualche problema grosso c’è, ma è difficile analizzare il reale valore della Honda in un momento critico come questo.
“In Giappone - Schwantz ne è certo - da mesi lavorano alacremente per trovare soluzioni che permettano a tutti i loro piloti di essere competitivi: forse la Honda si era rilassata negli ultimi anni, affidandosi all'abilità e al talento di Marc Márquez. Ma io so bene quanto forte sia la Honda e scommetterei sul riscatto tecnico nella stagione 2022: quella è gente che sa lavorare e sa come si vincono i GP”.