MotoGP 2021. Yamaha: poteva essere pokerissimo

Tre vittorie e due sfumate di pochissimo: la M1 si conferma moto equilibrata e molto competitiva. Al Mugello, dovrà fare i conti con il lungo rettilineo, ma anche in Qatar sembrava impossibile trionfare, invece… Piloti: Quartararo in gran forma, Vinales chissà, Morbidelli e Rossi in difficoltà per diversi motivi. E sul presente, pesa il futuro
25 maggio 2021

Si diceva: la Ducati non si può battere in Qatar. Risultato: due vittorie Yamaha, una con Maverick Vinales e una con Fabio Quartararo. Può accadere anche in Italia? “Il Mugello è una delle mie piste preferite. La Ducati va fortissimo, ma anche noi abbiamo le nostre carte da giocare” ha detto il capoclassifica iridato a Le Mans al termine del GP di Francia.

Sulla carta, la DesmosediciGP è super favorita, ma la Yamaha ha dimostrato di potersela giocare anche in piste velocissime. E non dimentichiamo che se Quartararo non fosse stato rallentato da problemi fisici a Jerez e se non fosse piovuto a Le Mans, la M1 avrebbe potuto trionfare in cinque gare su cinque, per un “pokerisismo” che avrebbe un po’ ridimensionato le prestazioni e la competitività della Ducati.

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Una M1 molto equilibrata

Al di là dei se e dei ma, la Yamaha M1 versione 2021 si conferma moto molto competitiva ed equilibrata, velocissima nel giro secco, ma efficace anche in gara. Il GP del Qatar lo ha dimostrato: nonostante una velocità massima decisamente inferiore a quella della Ducati (mediamente 10-12 km/h), Vinales e Quartararo si sono imposti sfruttando la qualità del telaio, la stabilità in frenata, la percorrenza a centro curva, il corretto sfruttamento delle gomme. Ma come si è visto a Losail, per poter trionfare, i piloti Yamaha sono obbligati a effettuare almeno un giro completo in prima posizione, con il vincolo di accumulare un (bel) po’ di margine prima del rettilineo, per non essere risucchiati dal motorone di Borgo Panigale.

E’ quello che, presumibilmente, dovranno fare anche al Mugello: per pensare di vincere, devono arrivare alla “Bucine”, la meravigliosa curva a sinistra in discesa da terza marcia che immette sul lungo rettilineo, con almeno 0”3-0”4 di margine. Se non sarà così, i piloti Yamaha verranno senz’altro superati prima della San Donato. E dovranno ricominciare tutto da capo.

Quartararo in grande forma, Vinales chissà

In Ducati, ci sono tre piloti - Pecco Bagnaia, Jack Miller e Johann Zarco - che possono teoricamente vincere al Mugello: com’è la situazione in Yamaha? Fabio Quartararo arriva al Mugello in testa alla classifica e in grande forma psicologica: ha dimostrato, prima di tutto a se stesso, di poter andare forte su ogni pista e quasi in ogni condizione. Rimane un piccolissimo dubbio sulla sua tenuta fisica: quella italiana è una delle piste più severe e selettive per le braccia. Non a casa, al Mugello nel 2019 Fabio aveva sofferto moltissimo: l’ultima operazione dovrebbe aver scongiurato il problema, ma non ci può essere la certezza assoluta.

Per quanto riguarda Maverick Vinales, è difficilissimo fare previsioni, perché potrebbe fare benissimo, come malissimo. La nascita ieri (lunedì) della figlia Nina potrebbe portargli tranquillità ed euforia: Maverick è un ragazzo che non ha avuto una vita facile, il rapporto con i familiari e con chi gli sta vicino è molto particolare e condizionante. Ma la nuova situazione potrebbe giovargli, dargli serenità e stabilità. Speriamo per lui, perché la sua velocità non è in discussione.

Difficile, invece, pensare che Franco Morbidelli e Valentino Rossi possano giocarsi la vittoria: Morbidelli è troppo penalizzato da una evidente inferiorità tecnica - già la Yamaha ufficiale prende paga in rettilineo, figurarsi la sua -, Rossi non è al momento nelle condizioni di puntare al podio.

Futuro incerto

Yamaha non ha ancora stabilità per il futuro: i due piloti ufficiali hanno già un contratto per il 2022, sotto questo aspetto non ci sono problemi, ma è tutto da definire il rapporto con il team Petronas.

Fino a pochi mesi fa, la squadra malese sembrava imprescindibile per la Casa Giapponese, ma l’entrata in gioco del team VR46 ha complicato i rapporti. La situazione è delicata: il pilota al momento più in difficoltà, quello che ha più bisogno di aiuto - Valentino Rossi - è anche quello che da “manager”, potrebbe far saltare l’accordo tra Yamaha e Petronas. Non è facile da gestire, inevitabilmente crea qualche attrito. Ci vuole tutta la bravura e diplomazia di Lin Jarvis per risolvere la vicenda.