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Dopo la pausa estiva la MotoGP riparte in Inghilterra, in uno dei circuiti più veloci del mondiale e che un mese fa ha visto in pista le Formula 1. Attingendo ai dati e alle informazioni diffuse da Brembo, che equipaggia tutte le MotoGP, facciamo la conoscenza della pista britannica per quanto riguarda il comportamento durante le fondamentali fasi di frenata.
Diciamo subito che, secondo i tecnici della Casa italiana, Silverstone rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni: è al livello tre nella scala che va da uno a cinque.
Va detto anche che in caso di pioggia - da non escludere sebbene l'estate sia quest'anno particolarmente asciutta anche in Inghilterra - i piloti della MotoGP dovrebbero impiegare i dischi in carbonio, perché sono più performanti e costanti dalla partenza all’arrivo rispetto a quelli in acciaio che sono stati utilizzati fino a qualche anno fa in caso precipitazioni importanti.
La pista presenta dieci punti di frenata a ogni giro, in totale vengono percorsi frenando ben 1.624 metri dei 5.900 del tracciato e i piloti azionano i freni per 38” ogni giro. Considerato che il lap record stabilito da Marc Marquez è di 1'59”.936, significa frenare per il 32% del tempo del giro.
Soltanto nel circuito di Losail (Qatar) si frena per un tempo maggiore: 40”, in quel caso è 35% del tempo necessario a compiere un giro.
I disegni delle due piste sono però differenti, così come le condizioni climatiche.
In cinque delle curve della pista britannica i piloti devono frenare fino a scendere sotto i 100 km/h per evitare di perdere la linea ideale.
Pur non essendo la più dura, si distingue la curva 16 in cui le MotoGP perdono 205 km/h grazie ad una frenata di 5,7”. Gli 1,5 g di decelerazione sono subiti dai piloti anche alle curve 1 e 11.
Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore supera gli 850 kg.
Delle dieci frenate di Silverstone, due sono considerate altamente impegnative per i freni mentre cinque sono di media difficoltà e le restanti tre sono scarsamente impegnative.
Per via della maggiore velocità massima di approccio, la curva Stowe (la numero sette) è la più impegnativa: le MotoGP scendono da 330 a 120 km/h in 5,4” durante i quali percorrono 292 metri. Il carico sulla leva raggiunge i 6,4 kg e la decelerazione i 1,5 g.
La pressione del liquido freno arriva a 13,6 bar.
La seconda curva più impegnativa per i freni, e per i piloti nella fase di staccata, è appunto la ricordata numero 16, seguita dalla 11 in fatto di severità.
Qui si passa da 278 a 151 orari nello spazio di 183 m e nel tempo di 3,3”. La decelerazione massima arriva anche qui a 1,5 g, mentre il carico applicato sulla leva di comando del doppio disco anteriore è di 5,2 kg.