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"Vincere è vincere ma farlo con Aprilia in MotoGP, che non l'aveva mai fatto nessuno, è ancora più bello". È un fiume in piena Aleix Espargaro alla prima vittoria nel motomondiale dopo 284 gare, di cui 200 in MotoGP.
Un successo straordinario, arrivato al sesto anno nella casa italiana e dopo molta sofferenza: "Tre anni fa volevo smettere, poi è arrivato Massimo Rivola ed è cambiato tutto".
Questa vittoria è anche l'occasione per riavvolgere il nastro e ripartire dal 2016 quando Aleix ha lasciato la Suzuki ufficiale per firmare con la casa italiana.
Ma intanto la realtà è chiara: vittoria in Argentina e primo posto nella classifica mondiale per il pilota spagnolo classe 1989. Ed Espargaro ieri in conferenza stampa dopo la pole è stato chiaro: "Quest'anno a Valencia (cioè a fine stagione) possiamo raggiungere qualcosa di molto importante". Tradotto: questa vittoria non è un traguardo ma un livello raggiunto nel quale vogliamo rimanere. Infatti ha aggiunto: "Il campionato è lunghissimo ma noi vogliamo lottare per podi o vittoria in ogni gran premio".
Nel parco chiuso, subito dopo la vittoria e le lacrime, tante lacrime, Aleix ha parlato al telefono con Roberto Colaninno, ripreso dalle telecamere: "Sono felicissimo" si è sentito dirgli.
Poi, durante l'intervista di rito ai tre primi classificati ha interrotto le parole per abbracciare il fratello Pol in diretta: "La pressione per me era tanta perché dal passo che avevo tutti mi dicevano 'vincerai facile', ma non era facile, per me era tutto nuovo là davanti. Poi negli ultimi 4 giri ho girato col mio passo e ho vinto. Siamo anche in testa al campionato, è davvero un sogno!".
La vittoria su Jorge Martin e Alex Rins è il coronamento di un percorso e nell'intervista alla conferenza stampa Espargaro abbraccia fraternamente i due connazionali: sta vivendo la giornata più importante della sua carriera.
A chi dedichi questa vittoria?
"In primis ad Aprilia e a Colaninno, a Romano, Massimo e a tutta la gente di Noale. Quando sono arrivato qui c'erano 56 titoli mondiali ma eravamo l'ultima squadra e l'ultima moto. Io ho creduto in questo progetto e adesso siamo qua, una moto in testa al mondiale, un progetto con grande credibilità. Io sono la persona che ci ha creduto di più nel mondo e alla fine come si dice sempre questa volta è vero se lavori forte i sogni si realizzano"
Possiamo aspettarci un'Aprilia competitiva anche in Texas?
"Al 100%, sto già pensando ad Austin, sto pensando già a fare un telaio più morbido, l'anno scorso abbiamo fatto delle cadute lì. Dobbiamo stare con i piedi per terra e prendere più punti possibili. Però metterei il Texas nella top 3 delle piste più difficili per noi"
Quanto è stato difficile questo percorso? Come hai fatto in questi anni a motivarti, a trovare la voglia di fare i risultati?
"È stato molto difficile, ho sofferto molto, non potete sapere quanto. Sinceramente la mia forza è Laura, mia moglie è la mia migliore amica e insieme ci completiamo molto bene. Tre anni fa le ho detto 'Laura, so che questo è un lavoro bello, la mia passione, prendiamo dei soldi ma devo fare un'altra cosa, non sono felice, mi faccio male, cado tanto. E lei mi ha detto 'dai ok, facciamo un'altra cosa, non ti preoccupare'"
Poi cosa è cambiato?
"Con l'arrivo di Massimo Rivola è cambiato tutto, Romano Albesiano ha preso di più la parte tecnica e la RS-GP che vedete adesso è davvero spettacolare. Lì è iniziato a cambiare tutto. Veniamo da molto lontano, Noale ha lavorato molto, io mi sono il papà di questa moto e di questo progetto, lo sento molto mio, sono molto orgoglioso. Vincere è vincere ma farlo con Aprilia non l'aveva mai fatto nessuno, è ancora più bello"