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Lo sport regala sempre grandissime emozioni: fino a domenica mattina, Aleix aveva il primato negativo di essere l’unico pilota della MotoGP a non aver vinto nemmeno una gara; da domenica pomeriggio entra nel libro dei primati come il primo pilota a trionfare con l’Aprilia nella massima espressione da corsa del motociclismo.
Un successo costruito con grande forza e determinazione negli ultimi sei anni: non c’è una persona a Noale che non gli riconosca tutti i suoi meriti. Aprilia gli ha dato una gran moto, ma lui ha fato un grandissimo lavoro sotto tutti i punti di vista. Capitan Aprilia.
Sul giro secco è esplosivo, uno dei migliori in assoluto, ma anche in gara sa come si fa. Espargaro era superiore, ma lui non ha mollato fino al penultimo giro, provando in tutti i modi a resistere, rendendo difficilissimo il sorpasso definitivo del rivale. Un gran pilota, uno che piace molto. Averne così.
Bella gara, veloce e consistente, senza errori: un risultato che gli può dare una grandissima fiducia, considerando anche che domenica prossima si corre ad Austin, dove vinse nel 2019. Continua a faticare in qualifica: fosse partito più avanti, avrebbe anche potuto giocarsi la vittoria. Speriamo sia l’inizio di un ritorno costante ai livelli più alti. Podio meritato.
Alla fine ottiene un risultato più che soddisfacente, ma per tutto il fine settimana è stato più lento del compagno di squadra. Al di là del risultato finale, ha impressionato meno di altre volte. Un po’ opaco.
Disastroso in prova, sotto tutti gli aspetti, convincente in gara: non era facile riprendersi dopo quanto successo nei primi due GP e in qualifica, ce l’ha fatta dimostrando di avere carattere. Non ha ancora in mano questa Ducati come aveva quella dell’anno scorso, ma i segnali positivi sono importanti e confortanti. C’è tutto il tempo per recuperare. Fiducia ritrovata.
Non un grande risultato, ma un’altra prova che conferma la sua solidità: anche quando non è perfettamente a posto, riesce a portare a casa punti importanti, che valgono il secondo posto in campionato. Un pilota su cui si può fare affidamento. Tenace.
D’accordo, se il tuo compagno di squadra vince e tu prendi 6”54 non si dovrebbe essere troppo positivi nel giudizio, ma credo sia giusto sottolineare i grandi passi in avanti fatti in questo GP. Anche se lui non è d’accordo, continua a faticare troppo all’inizio: nel primo giro ha perso tre posizioni. Poi ha girato su buoni tempi, ha recuperato e negli ultimi due giri ha subito altri due sorpassi. Ma nel complesso il suo GP è stato certamente positivo. Passi avanti importanti.
Fino a prova contraria, con la Yamaha non si può fare meglio di così. Il risultato è molto negativo, ma per me le colpe non sono del pilota: fa molto bene tutto quello che può fare. Non ha modo di difendersi. Senza cavalli.
Bellissima gara, su una pista dove aveva già vinto in passato. Una caduta in Q1 gli ha impedito di partite più avanti, ma il risultato finale è comunque buono: vince alla stragrande il confronto con gli altri debuttanti.
Dopo due qualifiche convincenti, in Argentina è tornato a faticare nella sessione cronometrata come gli accadeva nel 2021. E anche in gara è stato meno competitivo delle aspettative: questa volta, poteva fare meglio. Tango lento.
Per la seconda volta in prima fila, conferma di avere la velocità giusta nel giro secco. In gara deve ancora trovare costanza sulla distanza: è partito bene, ha tenuto un buon ritmo per metà GP, poi è calato. Il percorso di crescita è forse più lungo del previsto, ma il potenziale c’è. Bisogna fare un altro passo in avanti.
Dopo la vittoria in Indonesia, ci si aspettava molto di più. Invece è tornato a faticare, confermando che la costanza non è il suo punto forte.
Non so bene se è successo qualcosa di importante alla sua moto, il risultato è sicuramente molto negativo. Difficile capire.
La moto è rimasta abbassata per un suo errore in partenza: non ha sbloccato l’abbassattore anteriore dopo la partenza. Uno sbaglio figlio della poca serenità e di una situazione per lui totalmente inaspettata. Ritorno complicato.
Oltre alle difficoltà della moto, ecco una foratura in gara, qualcosa che succede molto raramente. Il voto è per le qualifiche, non certo per la gara. Bisogna tenere duro.
Due cadute, una il sabato e una in gara. Fino a quel momento non stava andando male (era quarto), ma lo sbaglio è stato tutto suo.
GP da dimenticare.
Aveva un buon passo, è caduto subito (al sesto giro).
E’ chiaro che non è la moto perfetta, ma il 10 va all’impegno, alla dedizione, al lavoro fatto in questi anni. La RS-GP è cresciuta continuamente e nel 2022 sta dimostrando di essere competitiva ovunque: il motore spinge forte, la ciclistica è efficace, le gomme vengono sfruttate bene. Bravissimi.
Non si può certo dire che non sia competitiva: terza prima fila e terzo podio in tre gare. Il problema è che cambia sempre il protagonista (a parte Martin in prova), ma è chiaro che il potenziale c’è. Bisogna sfruttarlo.
Mezzo voto in meno solo per le prestazione in qualifica, anche se si fa fatica a capire se la colpa è della moto o dei piloti. Nel complesso, competitiva.
Un passo indietro rispetto ai due GP precedenti. Ma alla fine non è andata così male.
Quarta in prova e in gara finché Pol Espargaro non si è steso. Il problema è che Nakagami (voto 5) e A.Marquez (4) sono in grande difficoltà, M.Marquez non c’è ed Espargaro, ahimè, conferma i suoi limiti. Ma non credo che la moto sia così male.
Male, molto male. La scarsa competitività sta compromettendo il presente, ma anche il futuro: così sarà complicato rinnovare il contratto di Quartararo.