Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Che sfida, roba da pelle d’oca. Davanti la Ducati di Jorge Martin, incollata a un niente l’Aprilia di Aleix Espargaro. Martin bravo a imporre il ritmo, Espargaro attento a stare in scia, cercando di non fare errori.
Poi al 18esimo giro, alla curva 5, Aleix ci ha provato: largo, Martin primo nuovamente. Manovra fotocopia al 20esimo: Espargaro entra alla cinque, va largo, rientra Martin primo.
Quindi, il sorpasso definitivo al 21esimo giro, con Aleix attento a chiudere al meglio la traiettoria.
Finita? No, perché il rivale della Ducati ha tenuta botta, sempre attaccato a 0”1-0”2, non di più, con Aleix un po’ in difficoltà, apparentemente, a fermare la moto. Fino all’inizio dell’ultimo giro, quando Martin ha rallentato e nelle ultime 13 curve ha dovuto amministrare circa mezzo secondo di vantaggio, senza patemi, si fa per dire, di attacchi.
Così è arrivata la prima vittoria in MotoGP dopo 200 partenze e la prima in assoluto per Aleix dopo 283 GP: la statistica non rende certo onore a questo pilota.
Un successo più che meritato che rende onore all’ingegnere Romano Albestiano, il direttore tecnico di Aprilia, a Massimo Rivola che da quando è arrivato ha riorganizzato il box e a tutti i tecnici di Noale, che, non dimentichiamolo, negli ultimi 20 anni hanno fatto la storia del motociclismo. Un trionfo davvero significativo. Così come lo è il secondo posto di Jorge Martin: lui è veramente uno talentuoso e la Ducati non è affatto male.
Come conferma anche il quinto posto in rimonta di Pecco Bagnaia, che ha raccolto il massimo risultato possibile. Pecco aveva bisogna di un GP così, sicuramente questa gara gli dà fiducia per il futuro. E la classifica è cortissima, ha tutto il tempo per recuperare anche in classifica generale.
Gara difficile, invece per Enea Bastianini, solo decimo e non più in testa al mondiale, mentre è andato molto bene Marco Bezzecchi, nono, con Luca Marini che dopo un buon inizio è retrocesso 11esimo.
Sul podio, Alex Rins: anche per lui è un risultato significativo. Alex aveva un gran bisogno di tornare nei primi tre, l’ha fatto con una gara giudiziosa, che conferma l’ottimo equilibrio della Suzuki, quarta con Joan Mir, penalizzato, come spesso accade, da brutte qualifiche. La moto è buona e competitiva, è tornata dove deve stare.
Preoccupante, invece, l’ottavo posto di Fabio Quartararo, che partiva come uno dei favoriti. Ma se parti male, come è successo a Fabio, è finita con la Yamaha, se sei in mezzo al gruppo non vai da nessuna parte: il risultato non è colpa di Quartararo, ma della M1.
Con Franco Morbidelli addirittura costretto al ritiro per aver bucato la gomma posteriore e Andrea Dovizioso che ha chiuso ultimo dopo essere stato fermo un paio di giri al box perché si era bloccato l’abbassattore posteriore.
Una nota su Maverick Vinales, settimo al traguardo: come al solito, Maverick ha faticato nei primi giri, ma poi ha preso un buon ritmo. Presto Aprilia avrà due piloti molto competitivi, perlomeno questa è la sensazione.
Per il momento, basta Aleix Espargaro. A Terra il fratello Pol mentre era quarto.