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Zeltweg - Voglia di tornare, ma anche la consapevolezza di non dover affrettare i tempi. Fiducia incondizionata nella Honda, ma anche la convinzione che per tornare ai vertici sia necessario fare interventi importanti, più nel metodo di lavoro che sulla tecnica. È un Marc Marquez molto più sereno quello che parla per la prima volta dopo la quarta operazione, subita nella prima settimana di giugno.
“Al Mugello - inizia la conferenza stampa, naturalmente molto affollata - vi avevo informato della mia decisione: adesso sembra che tutto stia andando bene, senza dimenticare che è un braccio che ha subito quattro interventi. È stata una decisione giusta, adesso dobbiamo procedere con calma e sicurezza. È vero, comunque, che mi sento abbastanza bene, finalmente posso lavorare in un modo più normale, come non riuscivo a fare prima. Settimana prossima avremo un appuntamento importante, potremo capire se ci sarà la possibilità di aumentare i carichi: non abbiamo certezze, ma per il momento sono ottimista, l’arto sta reagendo bene”.
La seconda domanda è sul momento negativo della Honda.
“È chiaro che ci sono dei problemi: tutti i piloti sono in difficoltà, non uno solo. Significa che il progetto non è cresciuto come avrebbe dovuto. Anche per questo motivo sono qui: nel 2020 e nel 2021ero stato troppo lontano dal circuito, non voglio commettere lo stesso errore. Sono rimasto sempre in contatto con Stefan Bradl, ancora più che con mio fratello, e, soprattutto con la mia squadra. Sono qui per parlare con gli ingegneri, capire quale direzione prendere, voglio essere coinvolto nel progetto. Un solo uomo non può fare la differenza, tutta la squadra deve lavorare insieme e nella stessa direzione”
Si torna a parlare delle sue condizioni fisiche.
“Dopo l’operazione, non ho mosso il braccio per sei settimane: abbiamo deciso per un recupero conservativo, di prenderci, se fosse necessario, una settimana in più. Poi, per due settimane ho cominciato a fare fisioterapia, quindi a muovere il braccio per quattro settimane . Adesso ho aumentato i pesi: dobbiamo aspettare l’esito della prossima visita per capire se possiamo caricare ulteriormente, sapendo però benissimo che l’ultima parte della riabilitazione deve essere fatta in moto”
La domanda successiva è di nuovo sulla moto.
“Sicuramente non è un problema piccolo, ma grande. Ma non credo si tratti qualcosa di specifico della RC213V, è da rivedere tutto il progetto, va cambiato il modo di comunicare in tutte le aree. Non vanno cambiate le persone, ma il concetto: non ho niente da rimproverare alla Honda, sta lavorando più che mai. HRC ha vinto più titoli di chiunque altro, ho fiducia in loro, ma bisogna riorganizzare il lavoro ci deve essere maggiore contatto tra pista e Giappone. L’obiettivo è comune, vogliamo una moto vincente. Non dico che la Honda deve lavorare come fanno gli europei, ma negli ultimi anni tutto è cambiato, bisogna adattarsi a come è adesso il campionato, lo devono fare anche i piloti. Ma senza panico. Bisogna stare concentrati e realisti, non bisogna cercare scuse: i piloti che sono adesso in Honda sono piloti forti, non bisogna dimenticarlo”
Ripeti spesso che non bisogna entrare nel panico: è già successo in HRC?
“No. Ma se ti fai prendere dal panico, puoi fare degli errori grandi. Sicuramente c’è preoccupazione per la situazione, ma non c’è panico”
La settimana scorsa hai detto che l’obiettivo è disputare qualche gara nel 2022: confermi?
“Quello è l’obiettivo, ma tutto dipenderà dalla visita di settimana prossima. Adesso è inutile fare previsioni, ma se sarò pronto voglio tornare per preparare il 2023. I dottori sono stati chiari, bisogna rispettare i tempi di recupero”
Nel 2023, il fratello Alex correrà in Ducati, ma Marc stoppa sul nascere il dubbio di scambio di informazioni. Facendo un esempio decisamente azzeccato.
“Alex è mio fratello, viviamo insieme, ci alleniamo insieme per migliorarci uno con l’altro. Un po’ come fanno i piloti dell’Academy (anche se corrono con moto differenti: non lo dice, ma il concetto è chiaro, NDA). Ma questo non significa che ci scambiamo informazioni: quando siamo in circuito, ognuno lavora con la sua squadra, ha i suoi segreti: a me non interessa se lui corre con la Ducati”
Quale è stato psicologicamente il momento peggiore?
“Tra le Mans e Mugello, quando ho dovuto decidere se fare la quarta operazione. Poi, fortunatamente, tutto è andato per il verso giusto, adesso sono più ottimista”
Questo non significa che Marquez non abbia qualche timore.
“Sto bene, ma sempre con il dubbio di cosa succederà dopo. È umano che sia così”
Come vedi il campionato?
“Da spettatore, bello. Bagnaia è molto forte; Espargaro, sinceramente, non me l’aspettavo così, ha lavorato molto per arrivare a questo livello; Quartararo ha perfettamente in mano una Yamaha che sembra inferiore ad Aprilia e Ducati”.
Giusta la penalizzazione inflitta a Quartararo?
“No. Non andava sanzionato così come è stato giusto non sanzionare Nakagami a Barcellona: siamo in MotoGP, non in Moto3 o Moto2, in questa categoria i piloti sono responsabili”