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È naturalmente il tema principale: con 14 punti di vantaggio, Pecco Bagnaia ha la prima possibilità di diventare campione del mondo. In un pezzo a parte di Nico Cereghini trovate tutte le combinazioni possibili; la più semplice: Bagnaia è campione se vince e Quartararo non sale sul podio.
Dopo aver avuto 91 punti di vantaggio, adesso il pilota della Yamaha si trova a inseguire a -14: nelle ultime cinque gare ha ottenuto solo 19 punti, per una media di meno di quattro punti a gara. Insomma, la situazione è critica, totalmente compromessa: a Sepang potrà solo attaccare dal primo all’ultimo secondo, in prova come in gara.
Ovviamente ancora più complicata la situazione del pilota dell’Aprilia, terzo a -27. A Sepang però, Espargaro potrebbe fare meglio che Quartararo, considerando il valore delle due moto: forse Aleix, più di Fabio, potrebbe impedire a Pecco di diventare campione del mondo.
Anche perché, la posizione in griglia di partenza, secondo le statistiche, è fondamentale: nelle ultime sei edizioni del GP della Malesia, ha vinto un pilota partito dalla prima fila. L’ultimo a riuscire a salire sul gradino più alto del podio dopo essersi qualificato peggio di terzo, è stato Dani Pedrosa nel 2013: era quinto sullo schieramento.
Galvanizzato dal bel successo australiano, Rins è pronto a essere protagonista anche qui, dove fu secondo nel 2018. È vero che ci sono lunghi rettilinei, ma Alex e la Suzuki possono fare molto bene anche qui e diventare una variabile importante per l’assegnazione del titolo.
Non mi aspetto nessun gioco di squadra: il vantaggio di Bagnaia ormai è tale che se la può sbrigare benissimo da solo, peraltro come ha sempre fatto molto bene.
Qui la Honda e Marquez hanno sempre faticato più che da altre parti: lui stesso dice di non aspettarsi di essere competitivo a Sepang. Potrebbe anche essere, ma alla vigilia, è normale considerare Marc come uno che possa togliere punti importanti ai piloti in lotta per il titolo.
Anche qui, come in Australia, sono troppi gli episodi meravigliosi da ricordare: quasi impossibile elencarli tutti. Tanto per citarne uno: 2009, Valentino Rossi conquista il suo ultimo titolo.
Ma, soprattutto, ce n’è uno orribile, che mette i brividi ancora oggi. Basta la data: 23 ottobre 2011. Purtroppo, quando si torna qui, si torna a quel terribile giorno che ci ha portato via Marco Simoncelli: c’erano 80.000 persone sulle tribune, che non capivano perché la gara fosse stata prima fermata e poi cancellata.
Ho ancora negli occhi tutti i momenti di quel giorno, nelle orecchie il silenzio inquietante che ha avvolto tutto l’ambiente. Ho ancora i brividi. E la prima persona che ho incontrato oggi entrando nel paddock è stato Paolo Simoncelli. Non serve aggiungere altro.
Ecco, dopo 18 GP, come cambiano le mie percentuali di vittoria per il titolo: Bagnaia 75%; Quartararo 20%; A.Espargaro 5%