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Terzo in qualifica, primo in gara: una prestazione (quasi) perfetta. Eppure, avrebbe anche potuto accontentarsi del secondo posto, dopo aver sbagliato al nono giro; avrebbe anche potuto accontentarsi del secondo posto e non rischiare un super sorpasso all’ultimo giro contro il pilota più in forma del momento; avrebbe potuto… Per fortuna non si è accontentato. Evviva lo sport.
Nell’ultimo giro non è stato impeccabile, ma è assolutamente comprensibile: 20 punti, in questo caso, valgono più di una potenziale vittoria, che lo avrebbe portato a prendere troppi rischi. Lucido in ogni frangente, velocissimo sempre, un tutt’uno con la sua Ducati. Uno così, è da titolo.
Anche questa volta, sembrava in difficoltà in prova, dopo due cadute, una delle quali devastante per la sua Aprilia. In gara non ha iniziato al meglio, ma quando c’è da sorpassare non si tira mai indietro e dà il meglio di sé. Torna perfettamente in lotta per il titolo, altro che 5% (capito zam?). È a un altro livello (rispetto al passato).
Il team manager Francesco Guiodotti, nella diretta di venerdì sera con moto.it, l’ha spiegato bene: se i piloti KTM riescono a ottenere una buona posizione in griglia e a partire bene, possono essere competitivi. Se si vanno a vedere i cronologici dei tempi, al di là del risultato, si vede che Binder gira spesso con il passo dei migliori, anche quando arriva indietro. E ad Aragon l’ha confermato. Cagnaccio (in senso positivo, ovviamente).
Gli è venuto bene un giro in qualifica, ma si era capito che non aveva il passo per stare con i primi. Non si può dire che abbia deluso, ma con quella moto si dovrebbe fare molto di più. Si conferma una seconda guida.
Per me è una delle grandi delusioni del GP: dopo un venerdì da protagonista, è più o meno scomparso. Involuzione preoccupante.
Bella prestazione, come conferma il giro più veloce in gara. Mentre ho scritto il voto, mi si sono materializzate sul PC le critiche: “Ma come, 4 a Martin e 7 a Marini che gli è arrivato dietro?” Sì, perché Luca ha sbagliato in qualifica, ma in gara, a mio modo di vedere, è andato più forte dello spagnolo. Pronto a ricevere insulti…
Altra prestazione deludente, dopo prove tutto sommato positive: sembra aver perso un po’ di fiducia sulla distanza. Quasi collaudatore, più che pilota.
È andato forte, ha fatto una gran rimonta dopo essere stato convolto nell’incidente del primo giro. Poteva arrivare tranquillamente nei primi cinque. Finalmente.
Dopo le qualifiche ci si aspettava qualcosa di più, ma non dimentichiamo che è un debuttante (vedi la diretta con Matteo Flamigni di sabato sera, spiega bene quali sono le difficoltà). Veloce, ma inevitabilmente inesperto.
Continuo a pensare che sia fortissimo, per questo credo sempre che possa arrivare tra i primi. Soprattutto vedendo quello che ha fatto il compagno di squadra.
Venerdì era gasatissimo, convinto di poter puntare alla vittoria. Poi sabato sono iniziati i guai, è arrivata la prima caduta del 2022, il 16esimo posto in qualifica, il coinvolgimento nel casino iniziale. È risalito, ma le aspettative erano ben altre. Peccato.
Ha riportato allegria dentro al paddock, ha reso omaggio a Dovizioso con parole “vere” e tutt’altro che banali, ha fatto il suo come di più non ci si poteva aspettare. E che bello vedere la figlia dentro al box con la tabella P1. Emozionante.
Non c’è più con la testa, abbandonato a se stesso dentro al box che non vede l’ora che vada via. Così come lui non vede l’ora di andarsene. -5.
Dopo i test di Misano c’era tanto ottimismo, perlomeno da parte mia, invece è andato perfino peggio del solito. Obiettivamente, così è dura continuare.
Venerdì ha illuso che potesse addirittura puntare al podio, sabato è tornato sulla terra, anzi, più che lui, siamo tornati sulla terra noi che lo giudichiamo da fuori, domenica ha fatto una gran partenza, una delle sue. Non ha colpe su quanto successo con Quartararo e Nakagami.
In prova è andato oltre il limite della Yamaha, ma poi ha sbagliato la partenza. Non poteva evitare il contatto con Marquez, ma scattare meglio, forse sì. Titolo sempre più a rischio.
Ducati DesmosediciGP voto 9,5: Qui la differenza di motore rispetto alle altre moto è sembrata ancora più evidente e importante rispetto al solito. Che moto ragazzi.
Aprilia RS-GP voto 9: Che bello che l’unica alternativa alla Ducati, l’unica moto che in qualche modo tiene botta alla potenza di Borgo Panigale, sia la RS-GP
KTM RC16 voto 8: La mancanza di grip della pista ha dato una piccola mano alla KTM, nel senso che le altre moto sono andate più piano del solito, più che la RC16 più forte. E’ comunque un gran bel risultato.
Suzuki GSX-RR voto 8: Molto competitiva su questa pista: è mancato il risultato, ma i cronologici dice che non è colpa della moto.
Honda RC213V voto 6: Decisamente meglio rispetto al solito, perlomeno in prova, e non solo perché è tornato Marquez. Certo, poi vedere che la prima RC213V è 12esima al traguardo (Alex Marquez: voto 6), conferma tutti i dubbi.
Yamaha M1 voto 6: Sufficienza perché c’è Quartararo, altrimenti sarebbe da quattro in pagella…