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Alcaniz - Quasi quattro mesi dopo l’ultima gara disputata al Mugello, Marc Marquez torna in pista e ottiene l’ottavo tempo, a 0”359 dal pilota più veloce di oggi, Jorge Martin. Manco a dirlo, la sua è la migliore Honda sullo schieramento (provvisorio) e il tempo sarebbe stato ancora più basso se Marquez non avesse preso una brutta sbandata all’ultima curva: nel T1, T2 e T3 era stato il più veloce. Stupefacente, anche se, tutto sommato, prevedibile considerando di chi stiamo parlando.
“Sono molto soddisfatto, soprattutto per la progressione: questa mattina mi sentivo piuttosto male sulla moto, in particolare per la posizione in sella, non mi sentivo a mio agio. Nel pomeriggio mi sono sentito molto meglio, la posizione del corpo è diventata più naturale. È chiaro che dobbiamo lavorare sulla moto, perché ci sono degli evidenti punti deboli, ma per quanto mi riguarda sono contento. Vediamo domani: sappiamo che al mattino è per me più difficile del pomeriggio, per qualche ragione ci metto un po’ a 'scaldarmi'. Ho fatto delle uscite di pochi giri, ma per il momento va bene così”
È molto differente rispetto ai test di Misano?
“Sì, li giravo da solo, qui la tensione cambia. Sento di avere del margine, ho dovuto affrontare, per esempio, una perdita del posteriore con le gomme nuove: credo sia normale, non sono ancora pronto per gestire tutti i movimenti della moto”
Hai parlato di punti deboli: sono gli stessi che avevi al Mugello o, nel frattempo, è cambiato qualcosa?
“Esattamente gli stessi, del resto siamo partiti con la moto con l’assetto di Austin, con lo stesso telaio. Nakagami sta utilizzando specifiche differenti, ha fatto un’altra evoluzione durante queste gare, Honda ha lavorato molto con Takaaki mentre io non c’ero. Ho preferito partire con una base che conosco, anche se poi nel pomeriggio ho provato il nuovo forcellone (quello in alluminio costruito da Kalex, NDA): bisogna fare ulteriori verifiche, anche se ho fatto il mio miglior crono proprio con questa novità. Ma bisogna verificare qual è il più efficace sulla distanza: è normale, bisogna fare più chilometri”
Alla vigilia hai detto che saresti stato tranquillo: dopo la giornata di oggi sei della stessa opinione?
“Non so come reagirà il mio corpo stanotte, domani, come reagirà per la gara, quando tempo ho bisogno per recuperare, come riuscirò a fare 23 giri. Ma in questa MotoGP non puoi andare “tranquillo”, altrimenti finisci ultimo… Sto spingendo, cerco il limite: prima o poi, spero più poi che prima, arriverà anche una caduta. Lo devo accettare, fa parte di questo sport. Devo aumentare la massa muscolare, ma tutto il resto sta funzionando bene”
Dopo i test di Misano avevi detto che avresti potuto fare al massimo dieci giri di fila: qui com’è la situazione?
“Non lo so. Non ho mai fatto tanti giri consecutivi e non li farò nemmeno domani: spero che con l’adrenalina della gara possa arrivare fino alla fine. So che dovrò soffrire: se sarò in difficoltà, rallenterò il ritmo, come peraltro ho fatto nelle gare prima dell’operazione. Vediamo se prima della fine della stagione potrò guidare al 100% per tutto il GP”
Ieri avevi detto che le possibilità di salire sul podio erano al massimo 1%: confermi questo dato anche oggi?
“Rimane l’1% la possibilità di salire sul podio, sono tanti che vanno più veloce di me. Non è quello l’obiettivo: conta di più finire la gara in un buon modo, che significa vicino ai primi cinque. Oggi mi sono sentito bene, ma domani potrebbe essere differente: bisogna accettare il risultato che ti permette di ottenere il corpo e la moto. È chiaro che siamo qui per correre al meglio, non puoi rilassarti. Oggi come ritmo sarei ottavo, decimo, ma bisogna vedere la durata sui 23 giri, al massimo ne ho fatti 5 consecutivi”
Sei comunque la prima Honda in classifica.
“Non è quello l’obiettivo principale, anche se, evidentemente, può essere una motivazione. Ma con questa moto, come avevo già detto prima della stagione, non sono molto naturale nella guida, bisogna adattarsi. Sul ritmo di gara faccio fatica. Il fisico mi dirà cosa potrò fare: bisogna continuare a lavorare, capire qual è il 100% del braccio”