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Assen - È chiaro che è naturale chiedersi come sarebbe finita se Fabio Quartararo non fosse caduto e se Aleix Espargaro non fosse stato costretto a rimontare dalla 15esima posizione. Ma è altrettanto chiaro che non può essere un problema di Pecco Bagnaia. Come, è altrettanto evidente, non sarebbe giusto sminuire il suo successo.
“Sarebbe stato bello giocarsela con loro, ma con i se e con i ma…”
Ci voleva questo successo: tutti sanno che Pecco è veloce, certificarlo con una vittoria è il modo migliore per andare in vacanza. E Assen, che Bagnaia ha tatuato sul braccio destro, ricordo del primo successo in Moto3, diventa ancora più speciale.
“È una pista che mi piace molto, ma la cosa più importante è stata questa gara: ne avevamo un po’ tutti bisogno, dopo le ultime due cadute dovevamo dimostrare di poter stare davanti. Sicuramente abbiamo avuto fortuna per quello che è successo, ma non do per scontato che se Espargaro e Quartararo non avessero avuto problemi, non avrei lottato per vincere. Il mio passo è stato molto veloce, ma contenitivo, non dovevo esagerare più di tanto, sono stato abbastanza tranquillo. Nei primi giri ho cercato di spingere per provare di non farli avvicinare: ci stavo riuscendo bene, avremmo quindi comunque avuto una buona possibilità”.
Giovedì hai detto che nelle vacanze avresti dovuto lavorare su alcuni aspetti per migliorare il rendimento in certe fasi della gara: si può dire che hai già iniziato qui questo tipo di lavoro? Cambia qualcosa nei tuoi programmi?
“Cambia che inizio un giorno dopo a pensarci, domani me lo prenderò di totale relax… Un bel risultato così non cambia quello che è successo. Oggi ho provato a fare una cosa diversa dal solito: ho continuato a spingere, ma con margine. Ed è stato positivo. Ma c’è ancora tanto lavoro da fare, devo migliorare e crescere ancora tanto, è questo il lavoro da fare durante l’estate”
Sempre giovedì facevi riferimento alle situazioni di “stallo” di una gara, quelle più critiche per te: in questo GP c’è stata un momento così da gestire?
“Sì, quando ho visto che bastava andare del mio passo: è facile perdere lucidità in quella situazione. Ci ho pensato, ma spingendo lo stesso, ho controllato bene il distacco da Marco, che comunque ha tenuto un ottimo ritmo, in qualche modo mi ha “aiutato” a spingere senza commettere errori. Non so come sarebbe andata con Aleix e Fabio, non ci voglio nemmeno pensare: probabilmente avrei dovuto tirare fuori due decimi al giro, ma non credo che sarebbe stato un problema, perché stavo gestendo le cose come volevo. Sono contento che ci sia stato questo tipo di gara per provare a attuare la mia nuova tattica, magari in futuro mi aiuterà ancora. Ma non è solo questo il passo in avanti che devo fare”
La caduta di Quartararo certifica che siete tutti veramente al limite, che l’errore fa parte di questo campionato?
“Ha fatto un ingresso piuttosto aggressivo, evidentemente stava faticando a passare Aleix che, in quel momento, forse lo stava un po’ bloccando. Non lo so. Sicuramente con la Yamaha nel T1 puoi fare la differenza, così come nel T4: tutti possono sbagliare. Sono sicuro che se non fosse scivolato saremmo arrivati fino alla fine lottando veramente tanto. Ma purtroppo per lui e per fortuna per me non è successo. E’ molto più facile sbagliare, quest’anno si va molto più a fuoco per tutta la gara”
Hai detto che eri terrorizzato.
“Avevo paura di sbagliare ancora: magari questa paura mi ha permesso di vincere, è stata una pressione positiva”
Dei tuoi tre errori commessi - Qatar, Francia e Germania - a pensarci oggi quale ti fa più arrabbiare?
“Le Mans: è stato proprio buttare via i punti inutilmente, gratis. Al Sachsenring, non capendo cosa sia successo veramente, è difficile dare la colpa a qualcuno, anche se ce l’ho io al 60%”
-66 punti: come la vedi per il titolo?
“Non voglio proprio pensarci, fare gara per gara e poi vedremo: non voglio cadere nella trappola di pensare al campionato, non serve a niente in questo momento"