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Ha detto che prima del via, sullo schieramento di partenza, si è emozionato tantissimo pensando che sarebbe stata l’ultima gara della Suzuki. Questo gli ha dato una carica particolare ed è stato impeccabile dal primo all’ultimo metro, vincendo per “distacco” (si fa per dire, naturalmente), nel senso che il suo successo non è mai stato in discussione. Un trionfo emozionante per mille motivi. Ultimo tango.
Si conferma pilota molto veloce, bravissimo nei sorpassi: non ha timore di nessuno, quando decide di entrare lo fa senza pensarci due volte, sfruttando ogni centimetro di pista. E’ molto tenace, ma non fa scorrettezze, sfrutta sempre al meglio quello che ha a disposizione. Se la KTM trova un po’ di costanza, è uno di quelli che può stare sempre davanti. Rock and Roll.
In qualifica fa cose che noi umani fatichiamo a capire, in gara è meno incisivo, secondo lui per colpa dell’erogazione del motore della GP22. Ha comunque finito la stagione in crescendo e questo è sicuramente un buon segnale. Talento da affinare.
Fa il massimo possibile, forse in partenza poteva essere un pochino più efficace, ma avrebbe dovuto fare quasi un miracolo, considerando i metri che separano la griglia dalla prima curva. La sfida con Bagnaia al secondo giro è entusiasmante, lui da sempre la sensazione di guidare oltre le possibilità della moto. Dopo tre giri, di fatto, le sue possibilità di vittoria erano praticamente azzerate, ma non per colpa sua. (Ex) campione del mondo di grande livello.
In qualifica butta via la possibilità di conquistare il gradino più alto del podio, perché aveva un gran passo, come ha dimostrato in gara. La sua rimonta dalla 14esima posizione è da 8 in pagella, ma le QP sono state da quattro: Occasione sprecata.
Non è a posto fisicamente, è condizionato e non riesce a guidare sciolto come vorrebbe. Una gara in sintonia con tutta la stagione: al di sotto delle aspettative. Per la Honda serve il pilota del 2020. In bocca al lupo.
E’ stata una gara più complicata del previsto, sicuramente condizionata dalla posizione di partenza. Sembrava avesse un passo decisamente più alto: meno efficace rispetto alle ultime gare. Comunque costante.
In difficoltà per tutto il fine settimana, tra cadute (due), attacchi al tempo andati male e un passo mai da protagonista. In gara, come sempre, va un po’ meglio, ma rimane un GP sotto tono. E’ comunque terzo nel mondiale: tanta roba.
Fa quello che deve fare nella sua situazione: è aggressivo all’inizio e la sua sfida con Quartararo al secondo giro gli consegna di fatto il mondiale, perché toglie al rivale qualsiasi possibilità di vittoria. Poi, senza una aletta sulla parte destra della carenatura, con al pressione del titolo, con un passo mai da protagonista per tre giorni, fa in sicurezza quello che doveva fare: arrivare al traguardo. Campione del mondo. Grazie Pecco.
Anche qui si vedono dei piccoli miglioramenti: sufficienza di incoraggiamento. Ma il cammino è ancora lunghissimo. Non mollare.
GP difficilissimo, con una caduta tosta durante le FP3 che hanno condizionato il proseguo del cammino. Ci sta.
Aveva una gran voglia di vincere: avrebbe significato moltissimo. Non aveva però il passo dei primi due e ha esagerato finendo a terra. In ogni caso, grazie di esistere.
In prova aveva fatto bene, poi in gara è sprofondata per problemi all’anteriore. Meglio pensare al 2023.
Come spesso accade, nel finale di stagione fatica moltissimo: mette fine a una gara anonima con una caduta.
Era convinto di vincere, invece un motore inspiegabilmente fiacco l’ha rallentato. Lui, come al solito, non si è accontentato, ha provato a stare con i primi ed è caduto. Chiude con zero successi: incredibile.
E’ stato costretto al ritiro da un problema tecnico. Peccato finire così.
Che moto, ragazzi, è da 9,5 in pagella. E allora perché 4? Perché non mi faccio una ragione sul fatto che i vertici giapponesi abbiano deciso di privarci nel 2023 di tanta bellezza. Voto 10 e lode a tutto il team, agli ingegnere, ai meccanici, agli addetti stampa, a quelli dell’hospitality: ciascuno di loro rappresenta un eccellenza nel proprio lavoro. Ci mancherete!
A Valencia è sempre molto competitiva: entrambi i piloti hanno dimostrato che si poteva anche vincere. E anche Raul Fernandez e Ramy Gardner sono stati più efficaci del solito.
Qui meno efficace rispetto alle aspettative: nel 2021 aveva dominato, questa volta ha faticato. Ma è comunque da podio.
Si aspetta il motore “evoluzione Marmorini” come a Riccione aspettano i turisti (cit. Lucio Dalla). La moto è questa, non ci si possono aspettare miracoli finché non si può cambiare. Da martedì sarà un’altra musica (per rimanere in tema…)?
Con Marquez è tutta un’altra storia, sembra una moto “normale”, comunque non così scarsa. Ma il calo di prestazioni in gara non è accettabile.
Purtroppo un altro inconveniente tecnico: come ha detto il responsabile del progetto MotoGP, l’ingegnere Paolo Bonora, bisogna capire bene cosa è successo nelle ultime gare. E da lì ripartire.