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Cheste - È una fortuna poter parlare con Francesco Bagnaia: avendo questa possibilità, capisci quanto sia di altissimo livello questo ragazzo, che sta provando a diventare un campionissimo.
Perché campione lo è già, al di là del titolo vinto in Moto2: la consacrazione definitiva è molto vicina.
“In Malesia la gara è stata mentalmente l’aspetto più facile da gestire del fine settimana, perché ero concentrato solo a vincere: questo mi ha permesso di non pensare troppo al campionato. Sicuramente i giorni della vigilia sono quelli più complicati, ma per il momento sono tranquillo: anche a Sepang il giovedì non sentivo la pressione, mentre l’ho avvertita il venerdì e il sabato, anche se io dicevo di no. Ma se sono caduto due volte, evidentemente era perché non ero tranquillo: l’ho sentita e ho commesso degli errori. Per il momento sono abbastanza sereno e tranquillo: so di essere dalla parte più favorevole, perché posso permettermi un 14esimo posto, ma non devo pensare neanche lontanamente a questa cosa. Devo fare il mio, concentrato a fare bene, a fare il 100%, che potrebbe essere anche vincere, o comunque fare podio”
Marini ha detto che avere dietro Bastianini a Sepang ti è servito da stimolo: è vero?
“Sì… (sorride, NDA). Diciamo che è stato sicuramente una spinta: Enea voleva la vittoria, ma noi abbiamo fatto un gran lavoro negli ultimi giri quando ho riconosciuto che avevo un passo migliore. Per questo l’ho passato il prima possibile: non è stato facile, ma la vittoria è stata fondamentale per questa gara, arrivare qui con 18 o 23 punti di vantaggio fa molta differenza”
Se domenica ti dovessi trovare in una sfida con Quartararo per la prima posizione, proveresti a giocartela fino al traguardo o ti accontenteresti del piazzamento?
“Credo che dovrò discutere con gli uomini Ducati di questa cosa… L’obiettivo del pilota è sempre di fare il massimo: se riconoscerò la possibilità di poter vincere, ci proverò, senza andare a rischiare chissà cosa. In questo GP possiamo risparmiarci quello che abbiamo fatto in Malesia”
Dicono che conquistare il titolo, vincendo anche la gara è più bello, così fa il grande campione…
“Sicuro. Ma l’importante è il campionato, poi si vedrà”
Come hai detto, bisogna finire il lavoro, ma quando hai cominciato a crederci veramente?
“Credo sia più giusto dire che c’è stato solo un momento in cui ho pensato di non poterlo vincere: appena dopo la gara del Sachsenring (Bagnaia era a -91 da Quartararo, NDA). Dal giorno dopo in poi ho creduto che fosse ancora fattibile, perché aritmeticamente la possibilità c’era. Sapevo che se avessi fatto tutto al 100%, se avessi fatto tutto bene, si poteva recuperare, anche se non mi aspettavo tanti errori anche da parte di Fabio. Però è vero che abbiamo fatto un lavoro incredibile, non solo in pista, dove la mia squadra è stata eccezionale, ma anche a casa”
Qual è l’aspetto più difficile che hai dovuto affrontare in questi giorni: chi ti dà già per vincitore, gestire la pressione, o cosa?
“Ho toccato ferro un sacco di volte… Sappiamo che non è una situazione facile mentalmente: a me ha aiutato molto parlare di altre cose, riguardare le gare, come faccio sempre, ma con il pensiero che ci si gioca veramente il massimo. Questo fa la differenza”
È una buona pista per giocarsi il mondiale?
“L’anno scorso eravamo arrivati qui con il pensiero che sarebbe stata difficile, ma io ho vinto e Ducati ha fatto primo, secondo e terzo, facendo la differenza sul quarto. Credo che la GP22 sia più competitiva, su questi circuiti la carena piccola ci aiuta molto. Possiamo essere competitivi”
È in arrivo (domani sera) Valentino Rossi: cosa gli chiederai?
“Mi potrà dare una mano a livello visivo in pista, ma anche mentalmente per calmarmi”
Ti ricordi la prima volta che hai lottato con Quartararo nel mondiale?
“Sì, è stato nel 2015 in Qatar. Non è finita benissimo: eravamo in lotta per la seconda e terza posizione, ci siamo toccati e io ho finito nono…”
Qual è la migliore qualità di Fabio?
“È forte mentalmente e lo ha dimostrato soprattutto in gare come in Austria e in Malesia, dove la Ducati era sicuramente più competitiva. Se è qui a giocarsi il titolo, è per la sua forza psicologica”