MotoGP 2022. GP di Valencia. Pecco Bagnaia: “Qualcuno mi ha criticato? Rimane solo il titolo mondiale”

MotoGP 2022. GP di Valencia. Pecco Bagnaia: “Qualcuno mi ha criticato? Rimane solo il titolo mondiale”
Nonno Antonio lo definisce un “signore innato” e Pecco si conferma tale anche nel giorno in cui potrebbe zittire chi mette in dubbio le sue qualità: “Succede a ogni stagione, poi le parole si dimenticano, non chi è campione del mondo. Vincere con una moto italiana rende ancora più bello tutto questo”
6 novembre 2022

Cheste - Nonno Antonio lo definisce “un signore innato”. In tutto quello che fa. “Con me, con sua nonna, con i suoi genitori, con la sua fidanzata, con i suoi fratelli. Un signore in tutto quello che fa, nel sopportare la tensione, i social, i giornalisti. Qualcosa che gli viene naturale. Di Pecco, ce n’è uno solo” dice con giusto orgoglio e la stessa grande signorilità con la quale, effettivamente, Francesco Bagnaia affronta qualsiasi cosa della vita.

Noi lo chiamiamo “lord” scherza Andrea Migno nel podcast #atuttogas, dedicato ovviamente al nuovo campione del mondo (si sente cliccando qui).

L’ho già scritto altre volte, lo ripeto volentieri: se si ha la possibilità di stare a contatto con Pecco, non si può non apprezzarlo in tutto quello che fa. E in pista è un campionissimo, tanto che Marc Marquez certifica: “Non sarà l’unico titolo che vince in MotoGP”.

Ecco tutto il Bagnaia pensiero.

“È stata una gara difficilissima. Solo i primi due, tre giri sono stati molto divertenti, sono quelli che mi hanno permesso di avere più possibilità di farcela: c’è stata una bella lotta con Fabio, abbiamo perso del tempo e quelli davanti hanno preso un po’ di vantaggio. Quartararo ha così dovuto spingere tanto, ma non è riuscito ad andare al comando. È anche vero che la lotta con lui mi ha fatto perdere un’aletta (sulla carenatura destra, NDA) e sono diminuite le mie prestazioni in termini di velocità. La ricorderò come la gara più dura che abbia mai fatto

Hai vinto il titolo, nonostante quattro zeri, quasi cinque considerando che in Indonesia hai conquistato un solo punto.

“Siamo stati molto bravi nella seconda parte della stagione: vincere un titolo così è tosta. C’è da dire che anche Fabio, nella seconda metà del campionato, ha commesso degli errori. Alla fine conta il risultato finale, siamo riusciti a portare a casa quello per cui noi abbiamo spinto così tanto. Spero e credo che non succederà più di commettere un certo tipo di sbagli”

Il sapore è ancora più dolce a essere riuscito a conquistare il titolo dopo una rimonta simile?

“Tornassi indietro, preferirei non fare errori: con il senno di poi, dico anche che quelli sbagli mi hanno aiutato per crescere e imparare. Fa tutto parte della carriera di un pilota”

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Quartararo ha detto che non hai mai dubitato e non ti sei mai scoraggiato: è così?

“L’unico momento è stato appena dopo il Sachsenring, per 2-3 ore dopo la gara. Ero molto deluso da me stesso, scoraggiato; è però diventata una motivazione, provare a migliorare, cercare di crescere come pilota”

Fabio è stato il primo a farti i complimenti, come tu li avevi fatti a lui a Misano nel 2021.

“Con lui c’è molto rispetto: entrambi riconosciamo il potenziale di ognuno di noi. Credo sia qualcosa di molto bello, da apprezzare”

Hai detto di aver pianto nel 2006, quando Valentino Rossi perse il mondiale proprio qui a Valencia: ci hai mai pensato?

“Sì, ci rimasi molto male, ma come sempre un mondiale, per uno spettatore come lo ero io allora, dà o toglie, c’è sempre un’altra faccia della medaglia: ero contento che un pilota come Hayden avesse vinto, considerando la sua storia. Questo fine settimana è stato molto complicato, sicuramente ha influito il fatto che sentissi la pressione del titolo, però l’aspetto più difficile è stato che non mi trovavo bene con la moto. Siamo andati a cercare qualcosa di cui non avevamo bisogno, perché venerdì abbiamo mosso delle cose per il vento, ma non mi hanno aiutato sabato, quando il vento non c’era. È stato un po’ complicato questo: ieri i pensieri iniziavano ad aumentare, sai che arrivato a questo punto è facile sbagliare. È stato complicato gestire questo aspetto. Il warm up di questa mattina, però, è stato importantissimo, perché tutto funzionava bene: è servito per passar meglio la parte di giornata fino alla gara: sapevo di potercela fare”

È giusto dire che la vittoria con la Mahindra in Moto3 sia stato l’episodio determinante per la tua carriera?

“È stato uno dei momenti più belli della mia carriera, un qualcosa di fantastico, la prima vittoria in assoluto di Mahindra, ma anche mia, in un momento in cui nessuno avrebbe scommesso sul nostro successo in quel momento. Sicuramente è stato un momento molto importante della mia carriera, mi ha dato consapevolezza, mi sono detto: sono un pilota che vince. Ogni successo in qualsiasi categoria ti dà motivazione, capisci che ce la puoi fare: è stato lo stesso in Qatar nel 2018, quando ho ottenuto il primo successo in Moto2. Lì ho capito che potevo lottare per il titolo. Uguale nel 2021: dopo Aragon ne ho vinte diverse”

Hai detto di aver dovuto accettare tante critiche: oggi puoi permetterti tutto. Hai qualche sassolino da toglierti?

“Non vivo con rancore, non ho da togliermi nessuno sassolino. Ogni anno si parla tanto, si fanno considerazioni, ma poi nessuno si ricorda nulla, se non chi è il campione del mondo, che rimane nella storia, a contrario delle tante parole. Che non verranno mai ricordate”

Userai il numero uno nel 2023?

“Boh, non lo so, sarebbe un casino spiegare il 21, il 42, il 63… Non lo so, vedremo”

Hai riscritto la storia dello sport italiano: sei il primo italiano a vincere in MotoGP dopo Valentino Rossi, dopo 13 anni, 15 stagioni dopo Casey Stoner, il solo che c’era riuscito prima di te con la Ducati e, soprattutto, hai fatto quello che fece Agostini 50 anni fa con la Ducati…

“È incredibile, tutto questo mi rende molto orgoglioso. Abbiamo fatto un lavoro pazzesco per tutta la stagione: meritiamo questo titolo come squadra, come moto. Non è stato facile: un pilota italiano che vince con una moto italiana è qualcosa che rende ancora più bello tutto questo”

Oggi, per ore, sei diventato molto più importante di tutto il resto dello sport, anche del calcio, hai avuto l’Italia ai tuoi piedi, ricevendo, tra l’altro, i complimenti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di tantissime altre cariche dello stato. Insomma, hai dimostrato che lo sport in Italia non è solo calcio.

“Nell’ultimo anno, l’Italia ha dimostrato di essere sul tetto del mondo per lo sport, considerando le olimpiadi e tutto il resto: è incredibile, bisogna essere orgogliosi di essere italiani in questo momento”

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