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Che rapporto hanno Marc Marquez e Pedro Acosta? Sono amici? Prima o poi uscirà una foto di un piccolo Pedro Acosta immortalato con il suo idolo già in MotoGP come il famoso scatto del 2008 con Valentino Rossi e Marc? Tra pochi anni i due si giocheranno un mondiale all’ultima curva? Litigheranno?
Non lo sappiamo, ovviamente. Quel che sappiamo è che sono due piloti con una storia speciale e che, per una volta, hanno corso una gara normale. In Qatar Marquez è arrivato quinto, Acosta dodicesimo.
Quando ci sono in ballo loro due, come del resto quando c’era Valentino al picco (un picco durato 20 anni…) spesso fa più notizia una cattiva prestazione che una vittoria, ma nel primo GP dell’anno non sono stati né fenomeni né asini: sono stati anonimi.
Il 93, da ragioniere, ha messo in saccoccia 11 punti che potranno tornare buoni più avanti, per il mondiale (qui le sue parole nel dopo gara). Dal venerdì aveva detto di non essere candidato alla vittoria e tutti hanno pensato che stesse bluffando perché la Honda andava bene (ed è andata bene con Pol Espargaro che è stato a lungo in testa). E invece era vero, non aveva il potenziale per stare davanti e vincere e, cosa nuova-nuovissima per lui, è stato dietro e ha amministrato.
Che sia un nuovo Marquez? Perché no, alla fine gli infortuni, come gli accadimenti tragici della vita fanno esperienza e insegnano. Come sarebbe oggi Marquez se nella prima gara del 2020 si fosse accontentato di fare podio e non avesse voluto in tutti i modi provare a recuperare tutti correndo in modo spettacolare ma spericolato? Avrebbe due titoli mondiali in più?
“La mia carriera fino al 2019 era stata perfetta” ha detto all’inizio di questa stagione. Può essere che questi due anni difficilissimi ci consegnino un pilota ancora fortissimo, il talento non se ne va, ma più razionale. Lo vedremo nelle prossime gare se, quando non ne avrà per vincere, si accontenterà del piazzamento.
Per quanto riguarda Acosta sia il 93 che Quartararo, Bagnaia e Mir lo hanno indicato come favorito per il titolo di Moto2. Un rookie favorito. Perché Acosta è speciale. L’anno scorso in Moto3 nelle prime 4 gare un secondo posto e tre vittorie. Talento smisurato. Poi il recupero di Dennis Foggia nella seconda parte della stagione e il colpo di reni finale con una vittoria del classe 2004 nella penultima gara per vincere il titolo da debuttante.
È il personaggio principale delle categorie inferiori, lo era già l’anno scorso. C'è molta attesa intorno a lui. Ma domenica ha esordito in modo normale, con un dodicesimo posto. Il piazzamento però non inganni troppo: Pedro è stato buttato fuori alla prima curva ed è finito oltre la ventesima posizione, poi è risalito fino alla dodicesima. Al di là del risultato, una buona gara anche se non tra i primissimi.
Non ha ancora compiuto 18 anni. Anche se gli ci volesse mezzo mondiale prima di infilare una top ten non ci sarebbe da scandalizzarsi ma già da Mandalika potrebbe essere tra i primi.