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L’ingegnere Daniele Romagnoli, conosciuto nel paddock come “radar”, è uno dei tecnici storici del motomondiale: “Quest’anno ho festeggiato 30 anni di corse: 125, 250, MotoGP. Ho iniziato con la MBA, poi con il team di Cecchini e Baronciani ho fatto la mia prima stagione, piloti Ezio Gianola e Gabriele Debbia”.
Romagnoli fa il bilancio della stagione 2022.
“C’erano grandi aspettative: sono onesto, alla fine non siamo troppo contenti di come è andata la stagione. Nel 2021, Jorge era stato incredibile, mi aveva colpito la sua velocità. Quest’anno è andata un po’ diversamente: all’inizio non eravamo pronti, abbiamo perso tempo con qualche dispositivo (abbassatore anteriore, NDA). Poi ci siamo messi a posto, ma nella fase centrale del campionato abbiamo fatto qualche caduta di troppo. A fine stagione, però, ci siamo ripresi, ho rivisto il Martin che conosco, la velocità non gli manca. Anche lui si aspettava di più, ma ci sono anche “scusanti”: si è trascinato anche nel 2022 l’infortunio della scorsa stagione a Portimao, aveva problemi all’avambraccio destro, alle caviglie. In gara soffriva, perdeva sensibilità, faceva fatica a scalare. Si operato al tunnel carpale e questo lo ha un po’ rallentato. La svolta a livello fisica è arrivata nei test di Misano, grazie a una nuova ergonomia, e da lì ha ripreso fiducia. Perdeva forza da metà gara in poi: è stato questo il motivo principale delle sue difficoltà. E l’aspetto fisico ti condiziona anche nella messa a punto della moto”
Oltre all’aspetto fisico, da fuori è sembrato che Jorge abbia patito psicologicamente la sfida con Bastianini. Ecco l’opinione di Daniele.
“Sicuramente lui non ci è rimasto molto bene quando è stato scelto Bastianini, pensava di andare nella squadra ufficiale. Io sono il primo tifoso di Martin, gli voglio un gran bene, ma Ducati non poteva fare diversamente: dico sempre che quello che conta è la classifica. Lui è velocissimo, ma i risultati erano a favore di Enea”
Così Martin correrà nel 2023 nel team Pramac: si può conquistare il titolo in una squadra satellite? Romagnoli non ha dubbi.
“Certo che si può: lo garantisco. Nel 2023, le quattro moto ufficiali saranno identiche, dentro al team Pramac non manca niente. Se il pilota è veloce, può vincere il titolo”
Jorge è paragonabile ad altri piloti conosciuti dal tecnico italiano?
“No, è totalmente differente: è un pilota molto veloce nell’apprendimento e in pista, non riesco a confrontarlo con nessun altro”
Ma nel 2023, che Jorge troveremo?
“Nei test di Valencia, era entusiasta della Ducati 2023, si è trovato subito bene, aveva una gran fiducia sull’anteriore. La moto ha fatto un altro passo in avanti e nella direzione che piace a Jorge: a Valencia ha detto, quando è rientrato ai box: “Questo è quello che mi è mancato quest’anno”. Nel 2022 non avevamo grip, ha patito l’erogazione del motore”
E la “Sprint Race”?
“C’è da mettersi le mani nei capelli, che fortunatamente ho già perso da un po’… Sarà dura per noi, ti impegna moltissimo, ci sarà da lavorare il doppio, sono sicuro di questo. Può essere però un qualcosa di positivo per Martin, sempre esplosivo nei primi giri”
In definitiva: Martin, è veramente un fenomeno? Più che onesta la risposta di Daniele Romagnoli.
“Se fosse stato veramente un fenomeno, avrebbe fatto un po’ di più quest’anno. Però posso dire che ha un talento smisurato, riesci a fare in certe situazioni delle manovre che ti lasciano a bocca aperta, soprattutto nei curvoni veloci, fa cose che altri non riescono a replicare. Mi aspetto che diventi un fenomeno nel 2023: è un ragazzo molto umile, è cresciuto dal nulla. Anche caratterialmente è uno tosto, oltre a essere un ragazzo piacevolissimo”
Trovate su YouTube l’intervista completa a Romagnoli, oppure qui sotto.