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I mezzi tecnici ed economici non mancano, anzi. Bisogna però saperli sfruttare bene. Ci vuole esperienza e gente molto competente. Ecco quindi che KTM ha deciso di cambiare per la sesta stagione in MotoGP: l’ingegner Fabiano Sterlacchini, da inizio anno in Ktm dopo essere stato il braccio destro dell’ingegnere Gigi Dall’Igna in Ducati, diventa il direttore tecnico, mentre Francesco Guidotti assume il ruolo di team manager.
Mike Leitner, il tecnico scelto in Austria per iniziare l’avventura in MotoGP è stato rimosso dal suo ruolo, anche se con la KTM mantiene una collaborazione come consulente, stando a quanto riportato dal comunicato ufficiale con le consuete parole di ringraziamento di Pit Beirer, il capo delle attività sportive.
Di fatto è una vera e propria rivoluzione, anche se, per la verità, Sterlacchini aveva già assunto il ruolo di direttore tecnico, anche se non ufficialmente. Fabiano porta una grandissima esperienza, maturata in tanti anni in Ducati, fino alle separazione del 2019.
Sterlacchini aveva continuato a lavorare nel settore moto, ma non più nelle corse, fino a quando è stato chiamato da Beirer per rinforzare un reparto che ha bisogno di esperienza, che non la puoi comprare da nessuna parte, ma la puoi acquisire solo da tecnici di altissimo livello. Come lo è l’ingegner Sterlacchini, uno dei punti di riferimento del paddock. E come lo è Francesco Guidotti, l’artefice della crescita esponenziale del team Pramac negli ultimi dieci anni: Guidotti, tra l’altro, conosce l’ambiente austriaco, avendo lavorato in KTN ai tempi di Marc Marquez in 125. I meriti di Francesco sono tanti: conoscenza dei piloti; conoscenza dell’ambiente; capacità di creare un clima perfetto all’interno del box (cosa che, invece, non è riuscita all’autoritario Leitner); conoscenza del regolamento; ottime relazioni con tutti gli uomini che contano nella MotoGP. Insomma, un team manager da riferimento: il lavoro da fare è tanto, ma la coppia Sterlacchini-Guidotti è in grado di svolgerlo nel modo migliore.
Guidotti era stato in trattativa con la Suzuki: anzi, a un certo punto, sembrava una possibilità più che concreta. Che invece è sfumata perché la Casa giapponese offriva e offre un solo anno di contratto. “Parlo molto spesso con Davide Brivio, sarei contento se tornasse in Suzuki, ma non potrà avvenire nel 2022” ha detto a Valencia Shinichi Sahara, numero uno di Suzuki.
La sensazione è quella che la Casa giapponese voglia aspettare che Brivio si liberi - se mai avverrà - dal contratto che lo lega alla Renault-alpine in F.1. Ma intanto il tempo passo e quel ruolo non viene ricoperto: il 2021 ha dimostrato che c’è bisogno di un team manager in Suzuki. Un problema che adesso ha anche il team Pramac: nessuno al mondo è insostituibile, ma non sarà semplice trovare un sostituto all’altezza di Francesco Guidotti.