MotoGP 2022: L'obiettivo di Francesco Guidotti, KTM: “Arrivare nei primi cinque”

MotoGP 2022: L'obiettivo di Francesco Guidotti, KTM: “Arrivare nei primi cinque”
La presentazione della squadra KTM 2022 coincide, naturalmente, con il debutto nel nuovo ruolo di Francesco: “Il mio compito è gestire al meglio le persone dentro al box. Ktm ha fatto cose incredibili in cinque anni, adesso manca l’ultimo passo, il più difficile”.
27 gennaio 2022

E’ una delle grandi novità di KTM 2022: Francesco Guidotti. E’ un ritorno, perché Francesco era già stato in KTM, ma adesso il ruolo è ben differente, è il team manager, il responsabile in pista della MotoGP: una sfida avvincente.

“Mi sento molto bene in questo nuovo ruolo, in un ambiente che già conosco: ho incontrato tanta gente che era qui anche durante la mia prima esperienza, con i motori a 2T. Da allora, KTM ha fatto qualcosa di incredibile, non vedo l’ora di iniziare a Sepang”.

Cosa ti ha spinto a lasciare la Pramac?

E’ difficile da spiegare. Ho lasciato una realtà che ho contribuito a far crescere: è stato difficile prendere questa decisione, non ho lasciato Pramac perché non stavo bene, mi spiace molto per le persone di quella squadra. Ma questa è una nuova sfida professionale, prima di lavorare in Pramac sono sempre stato in una squadra ufficiale, è qualcosa di speciale, è tutta un’altra atmosfera, sei coinvolto in tutte le decisioni”.

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Non era possibile fare questo in Ducati?

Io avevo un contratto con Pramac, non avevo rapporto diretto con Ducati, anche se le due aziende sono molto legate e vicine, non avrei potuto ad ambire a certi ruoli. Anche per questo non c’è stata nessuna contro proposta, non c’è stata la possibilità. Mi sono trovato subito in sintonia con KTM, con ottime sensazioni: mi hanno offerto una posizione che mi è piaciuta moltissimo. Ci conoscevamo già, abbiamo parlato subito la stessa lingua, sapevo di potermi fidare di loro, ci siamo trovati subito per fiducia e stima reciproca.

Come ti sei lasciato con Pramac?

Molto bene, ho cercato di dare una mano come potevo: dopo dieci anni, per me era come una seconda famiglia. Ho cercato di lasciare le cose in ordine e di suggerire le persone che avrebbero potuto sostituirmi: non a caso, quando mi sono accordato con KTM ho chiesto che mi lasciassero il tempo per sistemare le cose in Pramac. Altrimenti non avrei accettato l’incaric”.

Cosa porti in KTM dalla Ducati?

Io non sono un tecnico, quindi sotto questo aspetto non porto nulla. Porto la mia esperienza per provare a far fare a KTM l’ultimo salto di qualità, dopo che in questi anni hanno fatto passi in avanti incredibili, come nessuno aveva mai fatto prima. La crescita di KTM è stata incredibile, addirittura preoccupante per gli avversari, due anni fa. Ma man mano che ti avvicini al bersaglio grosso, contano sempre di più i dettagli: ci vuole tempo per guadagnare gli ultimi decimi. Ecco, spero che la mia esperienza possa dare una mano a tutto questo.

Cosa si aspetta da te KTM?

Siamo in tanti, 40-50 persone da coordinare: bisogna tenere tutti calmi, farli stare bene, sereni, creare la giusta atmosfera. Bisogna dare il massimo supporto ai piloti, tutto va gestito al meglio. La priorità, naturalmente, è la squadra ufficiale e tirare fuori il massimo dai due piloti, senza però dimenticarsi del resto, anche dei due debuttanti.

Puoi fare un paragone tra KTM e Ducati?

Ho passato pochi giorni in KTM, ma credo sia molto differente da Ducati, che ha molto più esperienza in MotoGP. KTM è in questa categoria da appena cinque anni, ma l’approccio con la MotoGP è stato molto aggressivo, i risultati sono stati fantastici. Bisogna migliorare il coordinamento tra tutte le parti, è importante che ci sia Fabiano (Sterlacchini, l’ingegnere che viene dalla Ducati ed è diventato il direttore tecnico di KTM, nda). Speriamo di continuare a crescere. Ho trovato un grande gruppo: abbiamo passato un po’ di tempo insieme nel reparto corse quando sono state montate le moto. Ho trovato tanti tecnici molto motivati, ottime persone nei posti giusti: credo che non ci siano da fare cambiamenti. Piuttosto, tutto va organizzato meglio, ci vuole più supporto tecnico dalla fabbrica. Ancora, però, non sono stato in pista, non posso dire nulla sul lavoro da fare nel box: sicuramente devo adattare il mio metodo a KTM, non deve avvenire il contrario: sono io che lavoro per loro, non loro per me….

Da fuori, che idea ti eri fatto su cosa mancasse alla KTM per vincere? E questa idea è stata confermata dai pochi giorni passati all’interno?

Da fuori li vedevo molto concentrati sul loro programma, da portare avanti con le loro persone. Per questo mi sono stupito che mi abbiano cercato. Senza entrare nei dettagli, ho trovato aspetti con una organizzazione migliore rispetto alle mie aspettative e altri peggiore. E’ chiaro che bisogna vedere anche come sono cresciuti gli avversari. Da fuori, la moto mi è sembrata bilanciata, sicuramente migliorabile, ma equilibrata.

Cosa pensi dei piloti?

Credo che KTM abbia la migliore configurazione possibile, con due piloti esperti nella squadra ufficiale e due giovani entusiasmanti in quella satellite. Per quanto riguarda i nostri, entrambi hanno vinto dei GP, Binder ha conquistato un mondiale, non riuscendo a ripetersi in Moto2 solo per una mancanza tecnica. Oliveira ha fatto cose importanti sia in Moto3 sia in moto2, ha vinto in MotoGP. Siamo messi bene.

Qual è l’obiettivo?

Finire nei cinque almeno con uno dei due piloti.