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Giusto così. Se si guardano i risultati del 2022 non ci sono dubbi sui meriti conquistati da Enea Bastianini, che nel 2023 sarà a fianco di Francesco Bagnaia nel team “rosso”, quello ufficiale Ducati. La classifica parla chiaro: Bastianini 118 punti e tre vittorie; Martin 87 punti e due podi. Eppure, non è stato facile scegliere, perché a gennaio Ducati aveva un solo nome - Martin - per quel posto lì. In molti erano convinti - io compreso - che la decisione fosse già stata presa, ma i risultati di Bastianini, le sue clamorose vittorie non potevano non essere presi in considerazione. Non solo: sono convinto che l’ultimo GP in Austria abbia giocato un ruolo fondamentale contro Jorge Martin, autore di una gara tatticamente discutibile e di un sorpasso all’ultimo giro che poteva anche avere conseguenze per Jack Miller. Jorge doveva provarci, ha fatto bene a farlo, ma il tentativo doveva essere più oculato, sicuro per entrambi i piloti Ducati. Non solo: a Zeltweg, con maggiore attenzione, avrebbero potuto essere quattro le DesmosediciGP davanti a Fabio Quartararo, con grandi conseguenze sulla classifica generale.
Oltre ai risultati - indiscutibili a favore di Bastianini, non solo quelle del 2022, ma anche quelli del 2021, anche se nella passata stagione Martin aveva vinto una gara e Bastianini no. Ma Enea aveva una moto di due anni più vecchia rispetto a quella di Jorge e anche in questa stagione guida una DesmosediciGP teoricamente meno competitiva, anche se di poco -, ha fatto la differenza il carattere dei due piloti: mentre Enea ha dimostrato di saper gestire anche i momenti difficili, Jorge ha messo in mostra grandi limiti, patendo troppo la rivalità con il pilota italiano. Una mancanza di lucidità che non può essere accettata in una squadra ufficiale.
Adesso, con tutti i contratti fatti, si può pensare a lavorare come un’unica squadra per provare ad arrivare al titolo piloti. Difficile, ma non impossibile.
La scelta, quindi, per me è inevitabile e giusta.
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