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Ecco uno al quale tutti vogliono bene: vederlo così veloce, tenace, perfetto è un piacere. Ha ragione quando dice che è stata la miglior gara di tutta la sua vita, non soltanto in MotoGP. Aumentano i rimpianti per non vederlo più in Ducati nel 2023, ma è anche vero che le sue occasioni le ha avute. Peccato. Troppo tardi.
Si dice sempre: chissà cosa potrebbe fare se partisse davanti. Ecco, qui ha conquistato la prima fila e abbiamo visto quello che può fare. E’ un pilota fortissimo, uno di quelli che può fare la differenza. Tostissimo.
Finalmente si è rivisto il pilota sul quale la Ducati aveva puntato per il futuro, prima che venisse scelto - giustamente per me - Bastianini. Perché è tornato davanti? Lui ha spiegato che, finalmente, ha potuto scegliere la “sua” forcella e non essere obbligato a fare test per la Ducati. Perché, in effetti, è così: se sei nel team Pramac devi fare sviluppo. E’ giusto sottolineare questo aspetto. Di nuovo pilota.
Pole sul bagnato, quarto sull’asciutto con un sorpasso dei suoi all’ultimo giro. Ma merita nove anche e soprattutto per come ha di nuovo ripreso in mano la Honda, intesa come fabbrica, non come moto. E’ lui il capitano del box, gli sono bastate due gare per far tornare il sorriso ai tecnici, con scelte precise, imposizioni tecniche e sicurezza nell’indirizzare il lavoro. Capitano, mio capitano.
Un altro pilota che se ha una possibilità, difficilmente la spreca. Un voto in meno per il sorpasso subito all’ultimo giro: è vero che è stato passato da Marquez e non da Zam, ma forse avrebbe potuto difendersi meglio. Comunque veloce.
E’ veloce, costante, sbaglia pochissimo, è molto preciso, nella guida e dentro al box. Devo solo migliorare nei primi giri, è lì che spesso si gioca la possibilità di salire sul podio. Miglior italiano al traguardo: bravo. Solido.
Mi è piaciuto come si è difeso in tutti i modi, anche con staccate oltre il limite della sua moto, dagli attacchi di chi era dietro di lui. E’ un pilota totalmente recuperato, anche se continua ad avere qualche limite, per esempio nel giro secco. Credo - e sinceramente spero - possa essere uno dei grandi protagonisti del 2023. Rincuorato.
E’ frustrato, parte già sapendo di avere poche, per non dire nulle, possibilità di attaccare, sa che deve solo difendersi, andando quindi contro natura. Ma lo fa alla perfezione: difficilmente lo si dice di un pilota che arriva ottavo al traguardo. Gigante.
Difficile capire tutte le difficoltà incontrate, considerando la competitività della sua moto. In gara ha fatto indiavolare il team manager Ducati Davide Tardozzi (voto 4), mostrando ancora una volta che non è disposto ad accettare eventuali ordini di Marca (non si possono chiamare di squadra…). Forse, è stato fin troppo aggressivo, ma comunque pulito. Per me perfetto, sotto questo aspetto. Ma la prestazione rimane al di sotto delle sue possibilità. Sotto tono.
Una prestazione discreta, forse condizionata dall’avere davanti a sé Bagnaia: ha dato la sensazione di voler stare fuori dai “casini”. Più che comprensibile per un debuttante.
Un voto in più, perché non può fare il pilota al 100%. Come ho già sottolineato altre volte: collaudatore in pista.
Si sono visti dei piccoli passi in avanti, ma significativi: sulle sue difficoltà, vale la pena ascoltare la diretta di sabato con il direttore sportivo Maio Meregalli (la trovate sul nostro canale YT). Il tunnel è ancora lungo, ma un po’ di luce si vede. Non mollare.
Ecco uno che fa squadra, che non molla, un tutt’uno con il suo box, anche quando l’errore è clamoroso. E’ il miglior esempio di sportivo che sa perfettamente che si vince e si perde tutti insieme. Forza Aleix.
Rimango dell’idea che abbia fatto bene a provarci: lo sbaglio è stato soprattutto dove e quando. Ha avuto troppa frenesia, destabilizzato nel dover arrivare a tutti i costi davanti a Quartararo. Fortunatamente per lui, rimane in piena corsa per il titolo. Poco lucido.
Meno efficace del solito, veramente velocissima come sempre con un solo pilota. Comunque super competitiva.
Più o meno competitiva in tutte le condizioni: ottima prestazione.
Torna Marquez e cambia tutto: gli ovvi dubbi sulla competitività della Honda durante tutta la stagione, a Motegi paiono meno ovvi…
Qui si parla della competitività della moto, non di quanto successo sulla griglia di partenza: è stato superato anche l’esame di Motegi.
Non si può arrivare alla sufficienza, è troppo grande la differenza in rettilineo.
Risultato disastroso, ma non per poca competitività della moto. Certo, quella GSX-RR che va a fuoco in gara sembra l’emblema di questa stagione così complicata.