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Ha ragione Alex De Angelis (vedi la diretta di domenica sul nostro canale YT): è talmente superiore, che può permettersi di controllare, di tenersi nel taschino un paio di decimi, nel caso fosse necessario. La sua velocità è impressionante: sotto questo aspetto, è il punto di riferimento della MotoGP. D’accordo, la Ducati va fortissimo, ma è sempre lui a fare la differenza. “Perfetto”, per dirla con le parole di Gigi Dall’Igna.
Per me non poteva fare meglio, né in qualifica né in gara. In questo momento, è il pilota più completo, uno di quelli capaci di fare la differenza. Non vince semplicemente perché non può, non perché ha sbagliato qualcosa. Sabato pomeriggio sembrava rassegnato, domenica ha smentito alla grande questa ipotesi. Altro che rassegnato, ci crede sempre di più. Ha detto di sognarsi anche di notte le Ducati, ma sta diventando l’incubo di Borgo Panigale. Un vero Diablo.
È il perfetto compagno di squadra: prova timidamente a passare Bagnaia, ma la sua azione, più che creare fastidio, serve per spronare l’avversario. Poi fa una gara consistente, ma il secondo posto, teoricamente, alla sua portata. Quartararo è stato grande, lui un po’ ingenuo. Come una “vecchietta” (cit.)
Bella gara, consistente, convincente. Peccato per le qualifiche, ma nel complesso è stato forse il miglior GP della stagione. Come ha detto Uccio nella 79esima puntata di #atuttogas (su Moto.it) ci mette un po’ di arrivare, ma è solido. E veloce. Punto di partenza.
Non entusiasma mai, forse condizionato dalla caduta di Silverstone. Dall’Igna continua a utilizzarlo come “pilota-collaudatore”: questa volta ha testato sabato un nuovo deflettore sul radiatore. E’ veloce, bravo, ma manca sempre qualcosa. Incompleto.
Un GP tutto in sofferenza, dalle prove fino alla gara: non è la pista dell’Aprilia, lui non era al meglio fisicamente. Ne viene fuori una gara senza infamia e senza lode, ma preoccupante per la corsa al titolo. Costante, ma non velocissimo.
Siamo alle solite: in prova fatica, in gara finisce sempre in crescendo. Comunque su di lui si può sempre contare.
Si pensava potesse fare meglio. Poco incisivo.
Sbaglia in qualifica, ma in gara sfa una bella rimonta dal 20esimo al nono posto: conferma tutto il suo potenziale. Miglior debuttante.
Soffre troppo l’attesa della decisione Ducati, soffre “troppissimo” il rivale Bastianini: il talento non si discute, il carattere, per il momento sì. Giusto provare l’attacco a Miller, purtroppo gli è andata male. Caliente. Troppo.
Un passo in avanti rispetto a Silverstone: buona reazione.
Da lui ci si aspetta di più.
Come il compagno di squadra, sbaglia la scelta della gomma posteriore. Attacca subito forte, poi rema nelle retrovie. Brutta gara.
Non vede l’ora di finire. Meno uno.
Non vede l’ora di andare alla KTM (anzi, alla GAS GAS). Meno sette.
Una volta non cadeva mai e andava forte, adesso va “piano” e cade sempre. E si fa anche male. Preoccupante.
Sta provando in tutti i modi a tornare ai suoi livelli, a sprazzi, in prova, fa vedere qualcosa di buono. Ma in gara, purtroppo, è la solita fatica. In più cade. Ma qualche passo in avanti è stato fatto.
Fin che rimane in pista, conferma di essere veloci. Poi è “sfortunato”, ma la “sfortuna” è causata da un suo errore. Occasione sprecata.
Su questa pista, con la Ducati hanno vinto: Iannone, Dovizioso, Lorenzo, Martin, Bagnaia. Come dire: qui è quasi perfetta.
La salva solo un fenomeno come Quartararo.
Non è la sua pista, ma non va poi così male. Con la media posteriore, forse il risultato sarebbe differente.
Sinceramente, mi aspettavo qualcosa in più. Non è lontanissima, ma è sempre un po’ una sofferenza.
Una delle piste dove è stata meno competitiva.
Di gran lunga, la peggiore moto in pista, perlomeno con questi piloti. E stiamo parlando della HRC.