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Qualifica: una sola possibilità, partire in prima fila. Ci riesce guidando in maniera fuori dal normale in un giro praticamente perfetto. “Ho spento il cervello”.
Partenza: una sola possibilità, arrivare al comando alla prima curva. Ci riesce con una frenata incredibile, guardate le immagini.
Gara: una sola possibilità, rimanere sempre davanti. Bagnaia prova passarlo al secondo giro, ma lui stacca così profondo che il rivale, inevitabilmente, va lungo e lo ripassa subito. Poi la caduta di Pecco, ma lui dà la sensazione di essere in questo momento imbattibile. “Sto guidando come non avevo mai fatto prima”. Il più forte di tutti.
Non sapremo mai se la caduta è stata determinata da un qualche problema alla gomma posteriore: la dinamica è stata davvero anomala, la Ducati ha perso aderenza come se fosse con le slick sul bagnato. Quindi, perché 4? Perché secondo me la scivolata è stata determinata da una piega troppo accentuata, dopo essere arrivato leggermente lungo, e quindi fuori traiettoria, in frenata.
Ma parliamone, apriamo il dibattito
Si parla tantissimo dei piloti Ducati, pochissimo di lui (qui il podcast intervista di Zam con Zarco), che però è quello più avanti in classifica con la DesmosediciGP.
Prima si è guadagnato la fiducia di Dall’Igna facendo una sorta di “collaudatore” in gara della GP22, poi la fiducia di tutto l’ambiente con prestazioni sempre più consistenti. Riconfermato: giusto così.
Buona prestazione generale, con l’unica macchia della caduta nelle FP3 in regime di bandiere gialle. Per questo ha dovuto effettuare un “long lap penalty” eseguito in maniera incredibile: solo quello varrebbe un otto in pagella.
Ma l’otto è più che meritato per una prestazione di alto livello. Si ripeterà anche in KTM?
La solita tenacia, ma un po’ meno efficace del solito. L’errore finale ci può stare in quel momento, considerando anche le difficoltà con l’anteriore, ma pesa molto.
E, questa volta, non è stato lui il pilota Aprilia più veloce in pista. Comunque protagonista.
Buone prove, buona partenza, primi giri efficaci, poi una gran gara, un ritmo superiore a quello del compagno di squadra. Poi, a 180 km/h si è bloccato l’abbassatore e il sogno è svanito, ma che bello rivederlo così efficace.
E che bello vederlo accarezzare la sua Aprilia quando è tornato al box e ringraziare tutti i tecnici.
Ha ragione Massimo Rivola?
Gara continente e, soprattutto, piace moltissimo la sua crescita continua: dopo le difficoltà iniziali, si è messo comodo sulla sua Ducati, è riuscito a sistemare meglio le sue lunghe gambe e i risultati sono cambiati in maniera importante.
È sempre più vicino al primo podio in MotoGP.
Fratello di… ditelo a qualcun altro.
Non ha entusiasmato più di tanto, ma non dimentichiamo che era stato operato da poco alla mano destra. Ha quasi completamente superato il momento difficile. Talento sicuro.
Il suo giudizio non cambia quasi mai, si può fare copia e incolla dalla gara precedente: in prova si vede poco, ma in gara è sempre il miglior pilota KTM al traguardo. Punto fermo (ma veloce…).
Molto veloce in qualifica, buona prima parte di gara, poi un leggero calo e tre posizioni perse in un solo giro. Gli manca esperienza, ma sembra aver svoltato. Pilota da MotoGP.
Nelle FP4 e nel warm up aveva fatto vedere un ottimo ritmo. Un’illusione, purtroppo. Distratto, dal futuro.
Salva il bilancio con una buona rimonta: ha più di una scusante, ma deve riuscire a essere più efficace su tutte le piste. In ogni caso, rinnovo per due anni più che meritato.
Meno efficace che in altre occasioni: normali difficoltà di un debuttante.
Qualche sprazzo positivo si è visto, ma siamo veramente ancora troppo lontani dal compagno di squadra: un secondo al giro. Forza e coraggio.
Non ci crede più. Continua a impegnarsi, ma, fosse per lui, tornerebbe domani all’amato motocross. Titoli di coda.
Non è più lui, troppi sbagli in gara. Viene naturale pensare che l’incertezza del futuro - perché se va effettivamente in Honda non puoi che essere preoccupato, se non ha ancora firmato con nessuno lo sei per non avere ancora un posto per il 2023 - gli tolga serenità.
Il risultare, purtroppo, è molto deludente. Involuto.
Ormai mi sono schierato (vedi #lanotiziainprimafila): la colpa non è dei piloti, che per certi versi sono ammirevoli per continuare a provarci: Pol Espargaro si è rotto o incrinato una o più costole in una caduta nelle FP1, ma ha provato comunque a correre; Alex Marquez va piano, ma non gli si può certo rimproverare la mancanza di impegno; Takaaki Nakagami prova perfino a fare qualcosa di più, ma finisce sempre con l’esagerare.
Sicuramente, tutti e tre non sono fenomeni, ma nessuno lo sarebbe con quella moto.
Anche in questo caso, si fa copia e incolla con il giudizio dato nelle gare precedenti: da 10 con Quartararo, da 4 con gli altri piloti. Voto “democristiano”.
La migliore anche sulla pista dove, in passato, era la peggiore. Applausi a tutti i tecnici.
Ha debuttato la nuova carenatura (in gara utilizzata solo da Vinales), per uno sviluppo continuo e di valore. La competitività è certificata, l’affidabilità totale ancora no.
Non è andata poi così male su questa pista, anzi: se Binder facesse meglio in qualifica, potrebbe essere anche più avanti al traguardo.
Competitiva, ma sono mancati i piloti.
Un disastro totale, la peggior moto vista da molti anni a questa parte. Una volta si sarebbe detto: la Honda è in grado di uscire da questa situazione. E’ ancora così? Uhhhhmmmm.