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Ha reagito da campione a un momento difficilissimo. Ha fatto il suo, lo ha fatto al meglio, senza se e senza ma: fosse caduto lui così, i suoi detrattori avrebbero detto che era stato messo sotto pressione da chi era al comando. Quindi, per favore, lasciamo stare: “se Quartararo…” eccetera eccetera. Ha vinto e basta. Buone vacanze.
Come in Moto3, come in Moto2 dimostra di avere grandissima velocità anche in MotoGP, categoria nella quale ci ha messo meno ad andare forte. Sembra molto lucido, sembra avere molto bene in mano la situazione, sembra sapere quando è il momento di fare qualcosa in più per sfruttare una occasione favorevole. Sembra proprio un gran bel pilota. Debuttante da riferimento.
Erano in tantissimi a criticare la scelta di riconfermarlo per altri due anni, ma nelle ultime due gare avrà fatto ricredere molti scettici: piano piano, forse più lentamente del previsto, sta arrivando ad avere in mano l’Aprilia. Manca ancora qualcosa, ma la strada sembra quella giusta. Come umore, è tornato quello delle prime gare del 2017 con la Yamaha. Talento ritrovato: complimenti a Massimo Rivola.
Novanta minuti di applausi per la rimonta, i sorpassi, la carica, la determinazione, la forza mentale, la capacità di non sbagliare. Certe rimonte dalle retrovie le abbiamo viste fare a Valentino Rossi e a Marc Marquez, il doppio sorpasso finale su Binder e Miller vale da solo una stagione intera. Straordinario.
Prima o poi doveva accadere. Continuo a pensare che il suo errore più grande sia stato quello di provare a stare a tutti i costi davanti alla prima curva, anche se era evidente che, questa volta, Bagnaia era arrivato alla piega a destra con un buon vantaggio. Così, invece di guadagnare una posizione, ne ha perse due e trovarsi dietro a Espargaro lo ha costretto a forzare oltre il limite. Ma rimane fortissimo. Solo un po’ più umano.
Forse poteva evitare il sorpasso finale, ma non dimentichiamo che era impegnato nella sfida con Miller. Nel complesso, un fine settimana più che convincente. Osso duro.
Non dimentichiamo che ha dovuto scontare un long lap penalty: senza sarebbe probabilmente finito sul podio. E’ in buona forma e guida bene. Momento positivo.
Bene in prova, bene nei primi giri, poi è costretto a rallentare, ancora non al meglio fisicamente. Ma il momento più difficile sembra superato. Aspetta (e spera) la Ducati rossa…
Niente di che, una prestazione sicuramente non deludente, ma nemmeno esaltante. Le aspettative (perlomeno le mie), sono altre, credo che non sia tranquillo psicologicamente. Campione in ombra.
Il confronto con il compagno di squadra lo vede sempre soccombere.
Anche lui penalizzato fisicamente. Ma nel suo caso si guarda già al futuro: ha fatto bene a scegliere la Honda? Uhhhmmm…
Il momento è complicato, come ha detto il suo manager Carletto Pernat le vacanze sono benedette: può tornare forte come prima. Momento negativo.
Sufficienza perché è il primo pilota Honda al traguardo. Basterà per conservare il posto?
Un netto passo indietro rispetto ai GP precedenti. Gara da dimenticare.
Continua il suo percorso di crescita, anche tra le difficoltà. Qui un po’ meno efficace, ma ci sta.
Non è la sua moto, giusto cambiare: con la Ducati può tornare competitivo.
Una lenta agonia. Non si vedono possibilità di miglioramenti.
La sua gara finisce ancora prima di cominciare, sportellato in partenza da Mir. Doveva però fare meglio in qualifica.
Il peggior fine settimana di sempre: due long lap penalty per due infrazioni commesse nelle prove, quindi la caduta. Difficile capirci qualcosa.
Supera, alla grande, anche l’esame di Assen, pista spesso indigesta. Gran moto, niente da dire.
Per la rimonta che ha fatto Aleix Espargaro, viene da pensare che fosse però l’Aprilia la moto più competitiva in pista, con una solidità di avantreno incredibile e una velocità nei cambi di direzione da quattro cilindri in linea. Emozionante.
A 2”7 dalla vittoria: d’accordo che Bagnaia ha rallentato nel finale, ma la competitività ad Assen c’era. Francesco Guidotti ha detto che il limite è sopratutto in qualifica: effettivamente in gara è spesso competitiva.
Continuo a pensare che il potenziale sia più alto, che in questo momento il limite siano i piloti, più della moto.
Qui non è sembrata messa così male.
Se deve rincorrere, emergono tutti i limiti di una moto che per essere competitiva ha bisogno di un pilota in stato di grazia e che non sbagli assolutamente nulla.