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Dopo il difficile debutto in Malesia, Luca Marini sta andando decisamente meglio in Indonesia, con un progresso costante. Fino alla conquista del miglior tempo con le gomme soffici.
“E’ vero che sono solo test, ma la mia prestazione ha un grandissimo valore, perché oggi li ho visti tutti molto carichi nel provare il “time attack”. E’ bello essere primi, è tutto un altro test rispetto a Sepang: là ho faticato, mentre qui ha girato subito tutto bene. Sono molto curioso di fare domani una simulazione gara e spero che la facciano anche altri per confrontare il nostro potenziale”.
Insomma, tutto perfetto.
“Non esageriamo, si sono ancora un sacco di cose da fare. E’ vero, però, che la squadra sta facendo un grande lavoro, stiamo crescendo tanto insieme ai tecnici, la direzione è quella giusta. Dobbiamo migliorare nell’elettronica, in particolare nel freno motore, per riuscire a staccare ancora più tardi. Devo avere maggiore fiducia nell’anteriore: la base è buona, dobbiamo lavorare sui dettagli di una moto nuova, tutta da scoprire. Adesso riesco a guidare meglio, ho più confidenza: se riesco ad avere questa fiducia costantemente, posso essere forte ovunque”.
Come va con il capo tecnico?
“David sta imparando a conoscere il mondo Ducati, mi piace molto, il rapporto con lui è ottimo. Stiamo lavorando tanto sull’elettronica e sull’ergonomia: credo che in Ducati mi odino, sono peggio di Jorge Lorenzo sotto questo aspetto… In Qatar spero che arrivi ancora qualche novità per la mia posizione di guida, perché qui mi sento molto bene sulla moto, ma perdo in rettilineo. Su questa pista non è un problema, ma a Losail sì…”.
Nel 2021 avevo sofferto fisicamente: ti sei preparato meglio per il 2022?
“L’anno scorso non sapevo bene cosa aspettarmi e non avendo potuto fare i test a novembre (del 2020, NDA), non ho modificato la preparazione rispetto alla Moto2, dove fisicamente ero sempre perfetto. Nel 2021 è stata una rincorsa costante per tutta la stagione e anche non essere perfettamente a mio agio sulla moto, mi affaticava di più. Adesso ho più esperienza, sono più pronto”.
Nel “time attack” eri stato efficace anche l’anno scorso.
“Credo che fare il giro secco sia tutto un po’ più facile, devo solo pensare a esprimerti al massimo, dare tutto quello che hai per un giro, devi mantenere la concentrazione per soli 15 minuti e non per 45 come in una gara, dove devi gestire un sacco di aspetti. Hai bisogno di molta più esperienza, che adesso ho: le sensazione sono positive”.