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Se ci parli insieme, ti conquista per i suoi modi d'altri tempi, per la sua profondità, per la sua gentilezza. Johann Zarco è un tipo forte, uno con cui è piacevole passare del tempo. Nonostante i mille impegni per il GP di casa, ha dedicato a Moto.it uno spazio esclusivo per registrare il podcast #atuttogas: ecco un’estratto dell’intervista, che troverete integrale domenica su Moto.it.
“La mia carriera è stata un po’ differente rispetto a quella degli altri piloti, ho ottenuto risultati più tardi rispetto alla media. Ho la capacità di andare veloce, ma c’è sempre un piccolo dubbio, perché non ho ancora vinto: credo che tanti mi apprezzino proprio per questo, perché mi manca ancora qualcosa per arrivare a vincere in MotoGP. Per riuscirci devi essere quasi perfetto. Ma non la vivo male, è un bello stimolo: un successo ti può dare ancora più fiducia”
In MotoGP, Zarco ha corso con Yamaha, KTM, Honda e Ducati, andando forte con tutte le moto, tranne con la KTM.
“La KTM in quel momento non era competitiva: quando ho avuto paura di perdere la mia sensibilità, la mia capacità di andare veloce ho preferito lasciare quel progetto. È difficile quando pensi di saper fare una cosa e non riesci più a farla. Con la Ducati ho ritrovato fiducia. Con KTM ho detto: meglio smettere che essere triste. Prima la mia felicità dipendeva dai risultati, adesso non è così”
Sulla Ducati.
“Nel 2020 pensavo di tornare in Moto2, ma, fortunatamente, Gigi (Dall’Igna, NDA) mi ha convinto di avere fiducia in lui. Mi ha dato una moto competitiva e mi ha fatto rinascere. Con Pramac ho trovato una grande squadra, è bello essere qui”.
Sul suo futuro.
“Non mi vedo in moto fino a 40 anni come ha fatto Valentino, lui in quello è unico, come Marquez: è troppa l’intensità che ci devi mettere per andare avanti così tanto come ha fatto VR46. A parte l’ultimo anno è sempre stato competitivo, perché ha qualcosa in più che io non ho”.
Sulla MotoGP di oggi.
“Il grande equilibrio rende la MotoGP di oggi molto difficile: sei a solo 0”3 dal primo, mansei 12esimo. Questa intensità ti stanca mentalmente, non la posso sopportare fino a 40 anni. Non sai come fare per migliorare, è complicato”.
Con Zarco si parla poi di Jean Michel Bayle (“lui è molto esperto, riesce a entrare nel dettaglio, può capire quello che sento sulla moto”), di Le Mans (“grande motivazione, sei quasi una star. È anche divertente, ma bisogna stare concentrati”), sulla sua carriera (“il mio è stato un percorso particolare”), sugli amici nel paddock (“sono un solitario, ma sto bene con Quartararo e sopratutto con Brad Binder, gli voglio bene”), sull’ambiente (“mi piace”), sul covid (“ho aperto di più gli occhi su come siamo manipolati), sulla guerra (“cerco di pensarci, se ci pensi, smetti di correre e vai aiutare chi soffre”).
L’intervista integrale a Johann Zarco sarà disponibile sui Moto.it e sulle principali piattaforme podcast a partire da domenica 15 maggio.