Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Ago è netto: questa MotoGP è diventata troppo potente e tutte quelle ali non gli vanno giù. Sembrano aerei, dice, e invece devono restare delle moto.
“Non dico che devono sparire - precisa - ma le ali devono essere rigidamente limitate”.
Noi lo diciamo da tempo che il regolamento tecnico deve stoppare la corsa alle potenze: riduciamo la cilindrata, troviamo come dice Bernardelle una formula per i motori che susciti l’interesse delle case, anche di quelle che oggi non sono in pista. Ma diamoci un taglio. Ago rincara la dose.
“Quando sento gli ingegneri dire che tutta quella elettronica ci vuole, perché il pilota senza aiuti non potrebbe governare i 300 cavalli, mi cadono le braccia. Ma chi l’ha detto che ci vogliono 300 cavalli? Tutta quella potenza non serve a niente. E il pilota deve restare centrale, almeno allo stesso livello della moto. Abbiamo fatto spettacolo con un terzo di quella cavalleria. E la SBK torni alle moto di produzione. O siamo vecchi a pensarla così?”.
Non siamo vecchi, tanti giovani dicono la stessa cosa. Ago concorda pure sul fatto che le piste stanno diventando inadeguate alle prestazioni delle MotoGP, che gli spazi di fuga non bastano più.
“Se devi mettere una chicane per rallentare le moto, c’è qualcosa che non va. Da una parte cerchi potenza e velocità, dall’altra studi un sistema per mortificare le prestazioni. Oggi gli spazi di frenata si sono ridotti così tanto che abbiamo due conseguenze: i sorpassi sono molto più difficoltosi e la possibilità di sbagliare cresce ogni anno di più”.
Anche le gomme devono cambiare: troppo estreme. E i freni? Ago è stato alla Brembo, di recente, ha raccolto le parole degli specialisti e mi assicura che pure con i freni siamo ormai al limite. Ma il quindici volte campione del mondo è meno preoccupato di noi sulla pericolosità della MotoGP, sul numero delle cadute e degli infortunati. E sulla necessità di sanzionare gli eccessi.
“Adesso si vorrebbe sanzionare ogni errore di guida. Quartararo l’anno scorso ad Assen con Aeix Espargaro: assurdo punire il francese perché ha sbagliato di poco la frenata. Ci sono errori gravi da sanzionare, d’accordo, come quello di Marquez a Portimao che lo stesso Marc ha ammesso. Ma oggi è facile sbagliare, i tempi per un sorpasso si sono ridotti della metà e il pilota non è seduto sulla poltrona in salotto: è in sella a una moto che va fortissimo, esce dal cupolino e si attacca ai freni e può anche succedere che sbagli di poco una valutazione. La gente deve capire”.
Ma Ago non condivide i nostri allarmi sulla sicurezza. La sua tesi è semplice.
“Sono per la sicurezza anch’io, ma quello del pilota di moto è un mestiere pericoloso e i piloti sanno che corrono dei rischi”.