Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
E’ piuttosto riservato, ma il ragazzo ha carattere: lo si capisce bene da tante risposte, dalla determinazione nel sottolineare alcuni aspetti.
“Sono arrivato in MotoGP da campione del mondo, ma in quel momento sembrava non contasse niente: tanti dicevano che ero stato preso dalla HRC solo perché imposto da Marc” ci tiene subito a chiarire le cose. “Per la verità - continua Alex nel podcast - è un po’ tutta la vita che è così, ma in quel momento mi ha dato particolarmente fastidio che il titolo della Moto2 non venisse considerato. E’ stato un momento un po’ strano, ma poi bello, perché il sogno era comunque quello di arrivare in MotoGP”.
Alex racconta le difficoltà psicologiche di quel 2020, iniziato già da “licenziato” dalla squadra HRC, per essere dirottato nel 2021 nella squadra di Lucio Cecchinello. “E’ stato fondamentale l’aiuto di Marc quando mi hanno detto che avrei cambiato team. Però non è stato facile” ripercorre quei momenti complicati, svelando anche come era iniziato il rapporto con la HRC.
Nel podcast, Alex racconta le differenze con la Ducati (“Qui mi fanno sentire veramente importante e per un pilota fa una grandissima differenza: in Honda non è stato così”), le prospettive, il contratto che lo lega al team Gresini.
Come ha iniziato il più giovane dei fratelli Marquez, solo perché correva Marc o perché? E come è stato l’inizio, quali erano le prospettive di Alex? Quando le moto da gioco si trasformano in qualcosa di più importante? Cosa prevede il contratto con il team Gresini? Perché corre con il 73? La vittoria in MotoGP è una ossessione? Quanto è difficile correre senza ottenere risultati?
Tutte le risposte nella centodecima puntata di #atuttogas, online su Moto.it e sulle principali piattaforme podcast a partire dalle ore 9 di domenica 16 aprile.
Appuntamento a settimana prossima per una nuova puntata di #atuttogas