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Non che sia stato così fortunato, Alex Marquez in questo inizio di stagione, né consistente come avrebbe potuto. Ma il pilota di Gresini ha certamente fatto vedere notevoli qualità, ben altro potenziale rispetto alle ultime due stagioni in LCR con Cecchinello. Il podio argentino del 2023 non resterà isolato, se darà più consistenza alle sue gare.
Ora in una intervista concessa a Speedweek, il minore dei Marquez parla dei suo tre anni in Honda, il primo di fianco al fratello nel team ufficiale.
“Sono stati tre anni difficili - ha ammesso Alex - soprattutto gli ultimi due: ma ho imparato molto e sono migliorato come pilota. Con il team Repsol mi ero trovato molto bene, ma mi è mancata continuità. Poi dal 2020 mi sono sentito un po’ dimenticato dalla Honda e ho ricominciato da zero, la cosa è stata un po’ difficile da accettare”.
Alex riconosce che il team di Cecchinello lo ha supportato al meglio, ma non può dire lo stesso per la Honda. E, a peggiorare le cose, la moto evidentemente non era competitiva, ha dato qualche problema, e “se sei in un team satellite le nuove parti arrivano più tardi, sei sempre un passo indietro, è un circolo vizioso”.
l numero 73 vede un certo parallelismo tra le sensazioni che ebbe con la Honda e quello che sta passando Joan Mir nel team ufficiale. Marquez ha sempre avuto la sensazione che quella RC 213V non desse il feeling necessario al pilota.
“Non si sapeva mai cosa sarebbe accaduto all’apertura del gas. E questo è il modo perfetto per perdere fiducia. Ho parlato con Mir ad Austin ed è quello che prova anche lui. Con la Honda non sai mai cosa succederà, mi ha detto, e io condivido in pieno”.