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Davide Tardozzi ha rilasciato un'intervista a Manuel Pecino su Speedweek. Tardozzi il 30 gennaio ha compiuto 64 anni, è stato un pilota e tra il 1988 e il 1992 ha corso in Superbike. Su 75 gare ne ha vinte 5 ed è finito sul podio 11 volte. La sua migliore stagione è stata la 1988, quando su Bimota, è arrivato terzo in campionato, alle spalle del vincitore Merkel e di Pirovano. In SBK ha fatto due anni con Bimota e gli ultimi tre con Ducati.
Dal 2014 fa il team manager per Ducati MotoGP e Pecino ha spiegato che Tardozzi “è l'uomo del trio Ducati, che si occupa in pista della squadra ufficiale della Casa italiana”. Poi ha aggiunto: “Rispetto al simpatico Gigi Dall'Igna e al politicamente corretto Paolo Ciabatti, Tardozzi è noto per lasciare che le sue emozioni scorrano libere, nella buona e nella cattiva sorte”, un po’, facendo un paragone con il calcio, come se fosse l’alter ego di Adriano Galliani.
Tardozzi è d’accordo con la visione di Pecino: "Penso che sia così. La cosa buona di Ducati Corse in questo momento è che Dall'Igna, che come Direttore Generale è il capo di tutti, ma lascia abbastanza spazio a me e Ciabatti (direttore sportivo) quando si tratta delle nostre aree. Gigi è molto concentrato su ciò che sa fare meglio: la gestione tecnica e il farci lavorare nelle nostre aree".
"Penso che questa situazione, avere tre persone in ruoli diversi che parlano tra loro e si scambino le loro situazioni, abbia dato a Ducati Corse la capacità di gestire meglio le situazioni".
Sui piloti...
"Capisco cosa pensa un pilota, ma non penso come un pilota. Voglio dire, so cosa sta pensando ma non gli do tutto quello che chiede. Piuttosto, il mio compito è dargli tutto ciò di cui ha bisogno. Questa è una differenza. Il pilota implora, implora, implora... Bisogna dargli ciò che è utile, non ciò che chiede" ha chiarito Tardozzi.
Sulla vittoria di Bagnaia…
"È molto difficile vincere il titolo MotoGP perché il campionato è molto, molto competitivo, sia in termini di piloti che di costruttori. Penso che abbiamo dovuto aspettare un po' troppo a lungo perché penso che abbiamo avuto la possibilità di vincere il titolo un paio di anni fa. Arrivare secondi quattro volte in cinque anni dimostra di essere tra i migliori in campo. Ma per vari motivi allora non ha funzionato"
Tardozzi fa riferimento al 2020 spiegando che quell’anno, con Marquez infortunato, la Rossa avrebbe dovuto vincere...
“Marc Márquez, in un certo senso, era un muro. Perché è uno di quei pochi piloti che lasciano il segno. Solo quattro, cinque o sei piloti ci sono riusciti nei decenni da quando sono esistiti i campionati del mondo”