MotoGP 2023. Dopo 16 giorni Alex Rins è tornato a casa: “Honda non è così male". Il manager di Joan Mir: “Il rapporto moto pilota ora è 70-30”

MotoGP 2023. Dopo 16 giorni Alex Rins è tornato a casa: “Honda non è così male". Il manager di Joan Mir: “Il rapporto moto pilota ora è 70-30”
La situazione della Casa giapponese è delicatissima, riportiamo le parole del pilota uscito dall'ospedale dopo 16 giorni e del manager del campione del mondo 2020
27 giugno 2023

Il caso Marc Marquez tiene banco in MotoGP. Il pilota spagnolo ha saltato il secondo GP domenicale di fila e la sua permanenza in Honda nel 2024, nonostante un contratto, non è più sicura al 100%: “Honda non vuole che qualcuno resti qui se non è felice” sono state le parole-fessura dette dal team manager Alberto Puig domenica mattina ad Assen.

Ma Marquez non è l’unico pilota Honda anche se al momento di arruolabili ce n’è solo uno : Takaaki Nakagami (lo abbiamo intervistato qui).

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Rins, un infortunio più grave del previsto

Sedici giorni in ospedale, due operazioni, adesso Alex Rins è tornato a casa: “Dopo 16 giorni e 2 operazioni torniamo a casa! Molte grazie al Dottor Vila, alla Dottoressa Gomez Arrayas e al Dottor Sangiovanni, alle loro equipe per l’aiuto e il lavoro in queste settimane! Torniamo a casa!”

“Queste immagini (vedi post in fondo all'articolo) spiegano l'entità della caduta e l'incredibile lavoro dei medici. È stata dura ma torneremo più forti fisicamente e mentalmente. Grazie a tutti per i vostri messaggi e per esservi presi cura di me in questi giorni!”

Parlando con il collega Manuel Pecino (PecinoGP) Rins ha chiarito alcuni aspetti della sua situazione in Honda.

Ancora sull’infortunio: “Mi sono rotto tibia e perone, ma la tibia si è rotta in due punti, uno al centro della gamba e l'altro a contatto con la caviglia, quindi l'operazione è stata brutale, è durata sette ore. La radiografia alla caviglia mostra che tornerò ad avere piena mobilità, ma non so esattamente quando. Mi hanno operato giovedì, ma venerdì ho avuto una giornata molto brutta, non avevo sentito tanto dolore nemmeno quando ho avuto l’incidente”.

Su Marquez: “Marc ha un fottuto talento e non è facile vederlo così. Alla fine devi ribaltare la situazione, devi vincere e avere di nuovo una moto vincente. Cavolo, pensavo che Marc avrebbe vinto in Germania. Non so cosa sia successo, non ne ho idea".

Su Honda: “È complicato, è chiaro che chi guida adesso sono gli europei: Ducati, KTM e Aprilia. Sembra che i giapponesi siano rimasti indietro, devono fare qualcosa perché sia Honda che Yamaha hanno il livello, non sono marchi piccoli”.

Sul telaio Kalex: “Erano molto fiduciosi in questo miglioramento”, passo avanti che evidentemente non c’è stato, per adesso.

La RC213V non è così male. “Vengo da una Suzuki, ora sono in Honda e la moto non è così male. In molti circuiti dopo sei anni con Suzuki e avendola in mano, sono invece andato più veloce con la Honda che con la Suzuki. Il problema è che gli altri hanno fatto più passi avanti”.

Sul rientro: “Spero di essere a Silverstone, ma non credo".

Le parole del procuratore di Joan Mir, Paco Sanchez

Mir e Honda sembra un matrimonio sbagliato. Ad Assen ha saltato il terzo GP consecutivo. Finora ha già fatto 12 cadute, e mai mentre lottava per posizioni di vertice.

L'ultima caduta gli ha provocato una frattura al mignolo della mano destra. Mir dovrebbe rientrare a Silverstone a inizio agosto.

Il manger Paco Sánchez ha parlato con il giornalista Mela Chercoles di AS.

Sulle condizioni di Mir: “Si sta riprendendo dall'infortunio e penso che per Silverstone sarà al 100%. È provato fisicamente e mentalmente, non può essere felice, perché le cose non stanno andando come previsto. Non sappiamo davvero perché ma questa è la realtà”.

Sulle cadute di Marquez: “Non è stata una buona notizia vedere Marc cadere così tante volte. Non è una buona notizia per nessuno, né per la Honda né per Joan. Quello che Mir vuole è che questo progetto vada avanti, che la moto funzioni, che dimostri il suo talento e restituisca alla Honda la fiducia che gli è stata data quando lo ha ingaggiato. Le cadute di Marc non possono dargli gioia o ragione. Quello che cerchiamo è un'altra cosa, è che tutti i piloti Honda lavorino bene, che trovino la loro posizione e l'assetto che permetta loro di lottare per le prime posizioni, che è quello per cui hanno firmato, non per lottare per il 18° posto”.

Sulla crisi di Honda: “Sono diversi fattori si uniscono. È una moto critica e lo è da diversi anni, ma si è concretizzata in un anno in cui Ducati ha fatto un salto da gigante, con soluzioni che altri non hanno trovato. Le loro moto stanno dominando il campionato, trasformandolo addirittura in una Ducati Cup. In questo momento, la bici è molto al di sopra del pilota. Nel binomio pilota-moto, prima era 70-30 e ora è 40-60 o 30-70. E c'è un altro fattore che non possiamo dimenticare... Questo formato sta schiacciando i piloti fisicamente e psicologicamente. Posso parlarvi di Pol, Oliveira o Bastianini, che non guidano una Honda, e sono stati o sono a casa per infortunio, per lo stress e per la nuova formula, che mette sotto pressione i piloti fin dal primo minuto. Le statistiche ci sono. Non è un pensiero ma una realtà. Non ho mai visto un campionato con il livello di infortuni che sto vedendo quest'anno. Metti insieme il formato del campionato, il numero di cadute e il fatto che la Honda è una moto critica e il risultato è una catastrofe per noi”.

Stai cercando di far andar via Mir dalla Honda per il prossimo anno? “No. L'obiettivo è rispettare il contratto con la Honda e cercare di rendere competitiva quella moto. Non è una missione facile. Grandi piloti sono passati per Honda in questi anni, come Lorenzo, Pol, Álex Márquez e Pedrosa nei loro ultimi anni, tutti in difficoltà”.

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