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“Non sono un tester” questa frase quasi urlata da Pecco Bagnaia dopo il GP del Qatar 2022 è stato il chiaro segnale che le prime prestazioni della GP22 non erano all’altezza della 2021. A parlare di quanto accaduto l’inverno scorso è stato colui che ha diretto quelle operazioni, cioè Gigi Dall’Igna.
La stagione si è poi conclusa bene con la vittoria del titolo da parte di Bagnaia, ma l’inizio aveva creato preoccupazione a Borgo Panigale.
Il direttore generale di Ducati Corse ha parlato con Speedweek entrando nel merito di quanto è successo 12 mesi fa: Bagnaia e Miller si ritrovarono nei test malesi con una Desmosedici decisamente più aggressiva e difficile da guidare rispetto alla moto 2021.
"Il nostro finale di stagione 2021 è stato molto buono, con tutti i piloti – ha detto Dall’Igna -. Abbiamo messo in pista la moto 2022 dopo l'ultimo Gran Premio di Valencia e sostanzialmente i piloti ne erano rimasti abbastanza contenti. Quindi abbiamo dato per scontato che quello che avevamo era buono”.
Dall’Igna ha proseguito: "Siamo arrivati a Sepang con le moto 2022 e non avevamo riferimenti degli anni precedenti. Poi abbiamo iniziato a vedere che qualcosa non andava e poi... abbiamo imparato da quella cosa per quest'anno". Da ricordare che l’anno scorso Pecco Bagnaia optò per fare un passo indietro e avere una Desmosedici ibrida costruita con il motore 2021 e alcuni degli aggiornamenti introdotti nel 2022. Nel frattempo nelle prime sette gare per tre volte aveva vinto una Ducati: la 2021 di Enea Bastianini.
Ecco la lezione imparata: "Quest'anno, anche se i test di Valencia sono andati bene, porteremo a Sepang una moto 2022 e una 2023 per avere il riferimento ed essere sicuri che i progressi siano davvero competitivi".
Dall’Igna ha detto che la nuova moto “monta alcune cose che immagino possano aiutare i nostri piloti e migliorare le prestazioni complessive, ma non saranno grandi cose".