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Phillip Island - È sereno, come è giusto che sia. La sensazione è che Francesco Bagnaia sia convinto che il peggio sia passato (nella foto Bagnaia a pesca nel mercoledì australiano, ndr).
“È stato un periodo difficile, ma in Indonesia è stato possibile vincere nuovamente: farlo partendo 13esimo è fantastico. Ma la più grande felicità è aver ritrovato buone sensazioni sulla moto, sono tornato efficace in frenata: che differenza rispetto al sabato di Mandalika, quando ero in difficoltà”
Com’è Phillip Island?
“È un circuito particolare. Sembra che domani non ci sarà vento, ma stando alle previsioni ci sarà sabato, mentre domenica è addirittura prevista pioggia, freddo e, naturalmente, vento. Potrebbe essere difficile e complicato, ma questo è uno dei circuiti più belli in assoluto, con due punti semplicemente fantastici: la curva 3 (“Stoner corner” NDA) e l’ultima”
In Giappone sull’acqua sei stato competitivo.
“Sì, ma qui è più difficile rispetto a Motegi, le condizioni possono cambiare di minuto in minuto, bisogna adattarsi velocemente. Con la pioggia, poi, è più complicato trovare subito fiducia, dipende molto dalla temperatura dell’asfalto”
Ti aspettavi di arrivare qui in testa al campionato?
“Sinceramente no. In Indonesia ero in difficoltà, mentre Martin era velocissimo. Quando è caduto ho pensato solamente a gestire il consumo della gomma posteriore; poi, quando mancavano una decina di giri ho capito che potevo andare in testa e sono riuscito a vincere”
Perché su questa pista è così difficile scappare?
“Nel 2022, a turno ci abbiamo provato in tanti, ma nessuno ci è riuscito. Non so bene il motivo, forse c’entra anche la gestione della gomma posteriore. Riesci a scappare solo se prendi un margine di un paio di secondi su chi segue, ma se non ce la fai, ecco che diventa una gara di gruppo. E qui possono essere veloci tutte le moto. Solo un pilota riusciva a scappare a Phillip Island”
Chi?
“Casey Stoner”
Cosa pensi di lui?
“È uno che faceva sempre la differenza, soprattutto in condizioni estreme: entrava in pista e in due giri dava due secondi a tutti. Quando gli altri si avvicinavano, tornava in pista e rifilava altri due secondi. È stato l’unico a vincere con la Ducati in quegli anni (2007, NDA), poi ci è riuscito anche con la Honda. Il suo talento e il suo istinto erano incredibili”