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Ieri aveva dimostrato di avere più velocità di tutti, ma non aveva potuto concretizzare la sua superiorità. Lo ha fatto oggi, con una gara impeccabile, un ritmo impensabile, una superiorità quasi da rimpianto per quello che poteva essere , ma non è stato per colpe altrui. E non solo per quanto successo in India. Ma dopo una gara così non si può pensare al brutto del passato, bisogna solo gioire per un successo che certifica - ancora una volta- la grandezza e la forza di Marco Bezzecchi.
Successo in solitario, oltre otto secondi di vantaggio: difficile da vedere in MotoGP. Così come era stato stupefacente ieri nella sua rimonta dalla 17esima alla quinta posizione, lo è stato oggi nella sua cavalcata solitaria. E con l’erroraccio di Francesco Bagnaia, Bezzecchi si avvicina a 44 punti dall’amico/rivale campione del mondo.
Ieri aveva detto: “Bisogna cambiare la tendenza, sono troppe gare che perdo punti da Martin”. Probabilmente, Bagnaia aveva in testa solo questo obiettivo e dopo essere stato superato da Bezzecchi - incontenibile - ha forzato per tenere il secondo posto. Al quinto giro è stato infilato duro da Martin: se non avesse rialzato la moto, probabilmente sarebbero caduti entrambi.
A quel punto sembrava che Jorge potesse scappare, unico, tra l’altro, a montare la gomma media posteriore, ma Pecco ha tenuto, non ha mollato, non si è accontentato del terzo posto. Al 13esimo giro, ecco l’occasione: Martin va largo, Bagnaia entra. Ma ancora una volta non si accontenta, forza di più, allunga a +0”442, ma poi, al 14esimo giro, ecco l’errore che non ti aspetti: chiusura dell’anteriore, gara finita. Disperazione.
A questo punto, il secondo posto di Martin sembra in cassaforte, ma ecco l’imprevisto: Martin ha la tuta visibilmente aperta, ma ha la lucidità di rallentare, di chiudere la tuta e ripartire. Quartararo dietro di lui si era avvicinato, ma in un attimo allunga di nuovo a più di un secondo e inizia l’ultimo giro con 1”4 di vantaggio su Quartararo. Ma il pilota della Ducati è sfinito, va lungo, viene passato da Fabio, ma ha la forza per ributtarsi dentro di forza, per poi tagliare il traguardo in seconda posizione.
Nel parco chiuso arriva distrutto, chiede acqua, è sfinito. Ma sempre più secondo nel mondiale a soli 13 punti da Bagnaia. Mamma mia che sfida. E che pilota Fabio Quartararo: su una pista dove la sua Yamaha, finalmente, era meno in difficoltà rispetto al solito, ecco che emerge il pilota. È un campione del mondo e quando può dimostra tutto il suo valore.
Per cinque giri, la corsa è stata infiammata anche da Marc Marquez, caduto però al sesto giro mentre era quarto, non lontano dal podio. Anche nella caduta, Marquez torna il Marc di una volta, prova a tenere la moto, non ce la fa, ma riparte e fa una bella rimonta fino alla nona posizione.
Poteva salire sul podio? Sì, considerando il quinto posto di Joan Mir, che nei giri finali ha dato vita a una sfida furibonda con Brad Binder, vinta con tenacia dal pilota della KTM. Bello, comunque, rivedere Mir lì davanti: qui, obiettivamente, la Honda ha funzionato discretamente.
Così, per la prima volta in questa stagione, la peggiore moto al traguardo è l’Aprilia: Aleix Espargaró ha avuto un problema tecnico all’11esimo giro mentre era settimo a sei decimi da Binder, mentre Maverick Viñales ha chiuso ottavo, dopo essere transitato penultimo al primo giro per un problema in partenza.
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