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Sepang - È rilassato come un turista in vacanza, ma è determinato come un tre volte campione del mondo (un titolo in 125 e due in SBK): Alvaro Bautista trasmette grande positività e serenità alla vigilia del suo ritorno in MotoGP, a cinque anni dalla sua ultima gara in questo campionato.
“Sono venuto qui senza nessuna aspettativa per quanto riguarda il risultato: voglio solo divertirmi con questa Ducati. Sepang è un circuito che mi piace molto, ma è anche piuttosto complicato: l’obiettivo è trovare confidenza con la moto e cercare di tenere un buon passo. Ripeto: non ho nessuna aspettativa per il risultato”
È ripetibile quello che ha fatto Pedrosa come wild card, quarto a Misano?
“È chiaro che la sua prestazione mette pressione… La nostra situazione, però, è molto differente: lui conosce molto bene la MotoGP ed è sempre in pista, gli mancava il ritmo gara; io, al contrario, ho l’abitudine alla competizione, ma non conosco questa moto. Insomma, siamo all’opposto: non dico che per lui fosse più facile, ma io ho usato questa Ducati solo in due test, di cui uno veramente dedicato a me”
Continuiamo con i paragoni e a metterti pressione: molti ricordano quando Bayliss, da campione del mondo SBK, vinse a Valencia nel 2006 come wild card…
“Adesso è molto differente da allora: intanto, oggi tutti hanno le stesse gomme, mentre nel 2006 c’era chi aveva le Bridgestone, come la Ducati, e chi le Michelin. C’era insomma una differenza tecnica. Credo che oggi sia impossibile ripetere quanto fatto allora da Bayliss, anche perché il livello è altissimo: ci sono 20 piloti in un secondo. Per quanto mi riguarda, non conta il risultato, ma le prestazioni durante il fine settimana”
Quando hai deciso di fare questa gara?
“Ho fatto due test a Misano, ma nel secondo, di fatto, ho sostituito Michele Pirro, quindi non era dedicato a me. In quello di giugno ho girato con buona costanza e buone sensazioni con la moto: è in quella occasione che abbiamo deciso di fare questa gara”
Quanto è differente questa Ducati da quella che usavi nel 2018?
“Moltissimo, anche perché allora io correvo in un team satellite con una moto molto differente da quella ufficiale, tanto che quando avevo sostituito Jorge Lorenzo sulla GP18 nel GP d’Australia ero andato molto meglio. Questa è tutta un’altra Ducati e un’altra MotoGP: la sensazione è che il pilota abbia meno controllo della moto, abbia meno possibilità di gestire certe situazioni”
Le gomme differenti dalla SBK possono essere un problema?
“Lavorano in modo opposto: con le Pirelli hai più fiducia, è più facile capire il limite, mentre con le Michelin hai molto più supporto, più stabilità, ma hai meno informazioni su quando vai oltre, è più facile superare il limite senza che il pilota se ne accorga”
La pioggia, eventualmente, sarebbe un vantaggio o uno svantaggio?
“Non ho mai provato questa moto sull’acqua, potrebbe essere un problema”
Abbiamo visto che c’è Giulio Nava, qui: sarà lui il tuo capo tecnico?
“No, il capo tecnico è quello della squadra test, Marco Palmerini, che conosce molto bene questa moto. Giulio è qui perché lui conosce molto bene me, quindi può essere un aiuto”