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Jerez de la Frontera - Seconda curva: come ieri, c’è un contatto, questa volta tra Fabio Quartararo, Marco Bezzecchi e Miguel Oliveira, che ha la peggio: mentre il pilota dell’Aprilia viene portata al centro medico, la corsa viene subito fermata con la bandiera rossa, con le KTM che, anche in questa occasione, erano scattate a fionda.
Di chi la colpa? Del mucchio selvaggio che si crea nell’imbuto dopo la partenza: Quartararo è stretto tra Bezzecchi all’interno e Oliveira all’esterno, forse tocca il codino della Ducati, si chiude l’avantreno e la moto travolge l’Aprilia. Gli Stewards Panel decidono per penalizzare Quartararo con un long lap penalty, così come aveva fatto ieri con Morbidelli.
Giusto? Mah, molti, moltissimi dubbi. Cosa poteva fare Quartararo per evitare l’incidente? Niente. Certo, non può essere casuale che sia ieri sia oggi ci sia stato un incidente al via: c’è molta foga (troppa? O è normale agonismo) per provare a prendere subito una buona posizione.
Si riparte con una gara di 24 giri (due in meno). Questa volta la partenza è regolare con sempre le due KTM davanti: Jack Miller scatta meglio davanti a Brad Binder, che però passa il compagno di squadra all’ultima curva. La sfida tra i due è bella, si passano e ripassano fino al quarto giro quando Brad conquista la prima posizione con una gran staccata alla 13.
Sembra averne un po’ di più e al quinto giro succede un altro episodio che fa discutere: Miller va leggermente largo alla sei, Bagnaia entra duro, Jack deve rialzare la moto per evitare il contatto.
Bagnaia si scusa, Miller lo manda a quel paese: il sorpasso è stato sicuramente duro, ma non da punizione, che invece gli Stewards Panel danno a Pecco: deve cedere la posizione proprio mentre sta andando a riprendere Binder. All’ottavo giro, Bagnaia fa ripassare l’ex compagno di squadra, di disunisce un po’, mentre il pilota della KTM prova ad allungare.
Il vantaggio sale fino a 0”7, ma al 19esimo giro, Bagnaia fa il giro veloce, si avvicina e alla 13 del 21esimo giro, con una gran staccata, passa Binder. È primo.
Pecco continua a forzare, la moto scuote da tutte le parti, le due KTM dietro non mollano. Che finale. Chissà cosa passa in questi momenti nella testa dI Bagnaia, che sfrutta ogni centimetro di pista, piega da paura, chiede tutto alla sua Ducati. Binder a 0”2, poi a 0”3, poi di nuovo a 0”2. Inizia l’ultimo giro, Bagnaia davanti, Binder secondo a 0”144, Miller più staccato a 0”881. Pecco spinge, Brad ci crede, guidano entrambi da paura. +0”312 al T1, +0”198 al T2, +0”155 al T3. Binder è vicinissimo. Ultima staccata: Bagnaia chiude tutto, Binder non può nemmeno provare.
Che vittoria Pecco, che risposta, che campione.
Come si fa a dire che vince solo per la moto, quando al secondo e al terzo posto ci sono due KTM? Come si fa a criticare un pilota così? Rimango della mia idea, anzi la rafforzo: è un grandissimo campione.
Anche perché il successo è arrivato contro un mastino vero, un pilota che va fortissimo, con una moto in grandissima crescita: due moto sul podio, Dani Pedrosa settimo, in una gara vera. Pazzesco. Bravi tutti.
Al quarto posto un deludente - per certi versi - Jorge Martin: è veloce, è bravo, ma gli manca ancora qualcosa. Così come manca all’Aprilia, che festeggia un altro quinto posto, un’altra volta amaro, considerando il potenziale della moto. Nel primo via, Maverick Vinales era partito benissimo, ma nel secondo è rimasto lì, per poi ritirarsi per la rottura della catena all’ultimo giro. Male Marco Bezzecchi, caduto.
Decimo Fabio Quartararo, 11esimo Franco Morbidelli, entrambi costretti a fare un Long Lap Penalty. Anzi, doppio per Fabio, perché aveva fatto male il primo.
Male, molto male, così come molto male la Honda, con Takaaki Nakagami nono e sia Rins sia Mir a terra mentre erano dietro. Cosa ci lasci questo GP di Spagna? L’amarezza per le decisioni di Stewards Panel sempre più lontani dagli appassionati e un grandissimo Pecco Bagnaia.
NUMERO 1! ☝️
— MotoGP™🏁 (@MotoGP) April 30, 2023
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