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Sachsenring - Nel motomondiale della follia voluta da Dorna con il nuovo formato, sembra non esserci mai fine al peggio, come se non si riuscisse più a trovare un limite.
Cadute continue, piloti che rallentano in traiettoria, altri che attraversano la pista, incuranti del pericolo.
Una follia che per quanto mi riguarda andrebbe fermata, quanto meno analizzata nel dettaglio. Invece, apparentemente, si va avanti come se niente fosse e l’aspetto sportivo, purtroppo, passa in secondo piano. Ed è un peccato, perché Francesco Bagnaia conquista la 15esima pole, eguagliando un certo Wayne Rainey: da brividi. Pecco è a posto, ha anche il passo, ma le condizioni meteo possono cambiare velocemente e diventare decisive nella sprint.
Si inizia la Q1 sotto il sole, ma con la pista umida nella maggior parte dei punti, bagnata alla curva 13. Entrano naturalmente tutti con le “rain”, anche Marc Marquez, che si porta subito davanti a tutti, con un vantaggio di 0”945.
Non gli basta, ovviamente, continua a spingere, al T3 ha un vantaggio di 0”382 su se stesso, ma alla curva 13 cade. Non si fa nulla, ma il pilota che ieri aveva detto di non essere andato da Zarco per paura del pericolo, delle altre moto che stavano arrivando, attraversa la pista, in un punto dove la visuale è parzialmente oscurata.
Si può fare?
Non conosco perfettamente il regolamento (lo ammetto), ma secondo me no. Marquez torna al box e riparte immediatamente con le slick, unico a farlo assieme a Brad Binder. Il pilota della KTM si migliora, arriva a 1’26”838, poi 1’25”416. Le slick funzionano, ma bisogna stare molto attenti alla curva 13.
Marquez spinge, ottiene il secondo tempo, mentre tutti gli altri continuano a girare con le “rain”. Binder e Marquez passono in Q2 e sembrano avere un vantaggio, perché a differenza dei rivali conoscono le condizioni dell’asfalto.
Marquez, però, sbaglia tattica, trovandosi in mezzo al gruppo dei piloti, chiaramente più lenti di lui. Marc mantiene la pazienza per un giro, ma al secondo la perde e alla curva 13 prova a infilare Jack Miller davanti a lui.
Ma non può forzare più di tanto la frenata, deve rallentare molto: mette le ruote sul cordolo bagnato e, inevitabilmente, vola via. Questa volta la botta è più dura, zoppica quando si rialza, ma come al solito non si arrende, torna addirittura al box con la sua moto, l’unica rimasta.
I meccanici, per sistemarla, prendono un’aletta dalla moto di Mir, la sistemano e Marc torna in pista. Spinge, sale fino al settimo posto, ma poi alla curva 1, a poco dal termine, cade nuovamente.
Che non sia il caso di dirgli che sta esagerando?
Le bandiere gialle si susseguono, vengono cancellati tempi a ripetizione. Cade anche Marco Bezzecchi all’uscita della 13 e anche lui, incredibilmente, attraversa la pista per tornare ai box. Ormai vale tutto.
Gli ultimi minuti, come detto, sono condizionati dalle cadute, ma alla fine Bagnaia, al quale erano già stati cancellati tre crono, conquista un ottimo 1’21”409, 0”078 più veloce di Luca Marini (miglior risultato in carriera in MotoGP) e 0”083 di Jack Miller. Tre storie diverse, tre grandi risultati: bella prima fila. Al quarto posto Johann Zarco, caduto anche lui nel finale alla curva 11, con Marco Bezzecchi e Jorge Martin a completare la seconda fila, anche loro arretrati dalle bandiere gialle nel finale.
Solo nono Brad Binder: anche lui, come Marquez, non ha sfruttato l’esperienza fatta in Q2, solo decima la prima Aprilia, quella del solito Aleix Espargaro, 12esimo Fabio Quartararo che qui aveva vinto nel 2022. 11esimo Enea Bastianini, che soffre sempre un po’ in queste condizioni.