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L’anno scorso, digerito il boccone amaro del mancato passaggio in Ducati ufficiale, disse: “Sono deluso ma nel 2023 proverò a vincere il mondiale”. Seconda doppietta dopo la Germania, 12 podi su 24 gare e una costanza da… ufficiale. Una stagione così non era scontata. Bravissimo e perfetto a Misano, anche a sfruttare il vantaggio di essere l’unico dei tre in perfetta forma fisica. Forte, anche mentalmente
Li metto insieme perché questo weekend li accomuna in molte cose: il correre sopra il dolore, uno alla mano sinistra, l’altro alla gamba destra. La simpatia e l’amicizia mostrata nella conferenza della domenica. E poi due belle gare per tutti e due, a motivarsi a vicenda e a non risparmiarsi neanche le sportellate (come quella a inizio gara di domenica). Amici con la stessa passione e la stessa voglia di vincere, il romagnolo e il piemontese
Prima di tutto un signore. Poi un fuoriclasse. Il lavoro che ha fatto in KTM è talmente buono che arriva alla seconda wild card stagionale e mette in riga tutti i piloti ufficiali. A guardar bene non potrebbe farlo nessun altro dei collaudatori. È come avere un fuoriclasse in panchina, oppure è una moto troppo per se stesso?
Vorrei ma non posso, ma non so perché non posso, ma intanto non posso. Nelle dichiarazioni è sempre molto ottimista ed è pure velocissimo, eppure in gara succede sempre qualcosa. Prima era la partenza, ora la partenza va bene, il passo gara c’è, eppure… ha un talento enorme, soffre la pressione. La butto lì, magari un giorno, quando smetterà, farà come Pedrosa, torna come collaudatore e dà la paga a tutti
Bel pilota, serio, veloce. C’è curiosità nel vedere cosa può fare in questa seconda parte di stagione, se la sfortuna lo lascerà in pace. Può fare dei podi
“A 20 anni questa pressione mi avrebbe destabilizzato, adesso mi dà motivazione”. Le voci di mercato, la moto che non va, i test… e lui che sembra giocare un po’ con tutti, con la stampa, con la moto, con le sue prestazioni.
A volte va piano, a volte pianissimo, a volte, come ieri, fa una grande gara, arriva vicino al quinto posto, finisce la gomma e deve finire settimo. È arrivato a 13 secondi da Martin, ma Bradl è arrivato a 35 e Nakagami a 43. Mir non è arrivato. La verità è che è un vero peccato che non abbia una moto competitiva
Prima top ten della carriera dopo un anno e mezzo di MotoGP. Non cantiamo vittoria, aspettiamo che si ripeta
Il nono posto è poco per lui, così come il settimo nella Sprint. I due podi di inizio stagione facevano ben sperare per questo 2023 ma adesso sembra tornato a un livello tra il quinto e il decimo posto. Lo ha detto anche lui: “Gara frustrante” e ha segnalato problemi in accelerazione: “Tutti volano, arrivo alla staccata successiva con due decimi di distacco, almeno fino a che non decadono le gomme non posso sorpassare. Potevo lottare per il podio perché quando avevo strada libera giravo sul 31 alto. Dobbiamo migliorare in accelerazione”
Saranno gare un po’ strane queste ultime, credo. Per lui che è sempre un po’ stato il collaudatore in gara di Dall’Igna. Si è fissato un obiettivo bello: vincere una gara prima di abbandonare la Ducati. Anche ambizioso
Molto simile a Luca Marini ultimamente, a inizio anno sembrava poter stare a ridosso dei primi tre invece arranca un po’
Limitato da una botta presa nei turni di qualifica non è al meglio, non è mai competitivo
Guadagnare tanti soldi è bello ma se, improvvisamente ti trovi a guadagnarne meno è durissima abbassare il proprio stile di vita. Stessa cosa: se sei un pilota abituato fin dal primo anno di MotoGP a lottare davanti e ad essere competitivo è difficilissimo abituarsi (da leggere: trovare motivazioni) per lottare tra la decima e la quindicesima posizione. Credo si annoi
Quando l’allievo è pronto il maestro arriva. È un proverbio orientale che non si addice, al momento, a Brad Binder. Il maestro è arrivato (Pedrosa) ma l’allievo non è riuscito a seguire la lezione
Prova sempre ad essere ottimista, è consapevole di essere un privilegiato per il lavoro che fa e per dove lo fa e, probabilmente, anche per quello che gli riserva il 2024. Lo aspettiamo sulla Ducati
Ha finito tutte le gare lunghe, andando sempre a punti, tranne ieri che ha fatto 16esimo. Per un rookie è già un ottimo segnale: sa stare concentrato. Merita di continuare
Ha commentato: “Una delle gare più difficili della mia carriera. Partivamo troppo indietro”. A inizio anno Nadia Gresini aveva detto di volerlo vedere sempre in top ten: per ora ce l’ha visto cinque volte su 24 gare
Fa quel che può e comunque finisce davanti a Mir sia sabato che domenica e davanti a Nakagami domenica. Considerando che la prestazione non è la cosa principale che gli viene chiesta un sei ci sta
Parleranno tra loro? Troveranno qualcosa di positivo da dire sulla Honda e sulle prospettive? Oppure si guarderanno sconsolati quando si ritrovano faccia a faccia? Lo sport ad alti livelli è bellissimo e tocca vette con emozioni uniche (è il motivo per cui lo seguiamo, le emozioni che ci dà), ma può essere anche molto frustrante
Weekend negativo, con tante cadute, per fortuna senza conseguenze
Jack, dove sei? Che sta succedendo? Da qualche gara mancano le prestazioni sia in qualifica che in gara
Weekend negativo, chiuso con un incidente di cui ancora non abbiamo capito la dinamica: lui e Miller si sono scontrati in gara, mentre erano nelle retrovie. Poi hanno anche provato a chiarirsi con il casco ancora in testa
Ducati 10 e lode: pole, giro veloce e tre piloti sul podio al sabato e alla domenica (di tre squadre diverse). Hanno rimesso la chiesa al centro del villaggio (Borgo Panigale). Ps bella la Ducati gialla
KTM voto 8: la moto c’è tutta, a vedere però Pedrosa il dubbio viene: Binder, Miller, Pol e Augusto tirano fuori il meglio della RC16? Oppure ce la farà Pedro Acosta?
Aprilia voto 8: anche qui la moto c’è tutta ma l’unico capace di vincere sembra essere Aleix, che a Misano non ha brillato
Honda e Yamaha voto 4: il brutto è che per rimediare non basteranno i test di lunedì e probabilmente neanche le ultime 8 gare. Bocciate, in attesa del 2024