MotoGP 2023. GP di Spagna a Jerez. Marc Marquez: "Ecco perché non corro"

MotoGP 2023. GP di Spagna a Jerez. Marc Marquez: "Ecco perché non corro"
In una affollatissima conferenza stampa, Marc spiega perché non è ancora tornato in pista: “Fin dall’inizio, i medici mi avevano avvertito: ci vorranno 6-8 settimane. Ho provato in tutti i modi a essere qui, ma secondo tre equipe mediche differenti sarebbe stata una follia”
27 aprile 2023

Jerez de la Frontera - La conferenza stampa viene posticipata prima dalle 13 alle 14, poi dalle 14 alle 15, prima nell’hospitality della HRC, poi nella sala conferenze, quindi, finalmente, di nuovo e definitivamente in HRC.

Inevitabilmente, il piccolissimo spazio è pieno zeppo di giornalisti, telecamere, microfoni. Marc Marquez si presenta puntuale alle 15: il volto è quella di una persona che sta soffrendo, anche un po’ demoralizzato. È inevitabile che sia così.

“Avrei voluto fare un altro tipo di conferenza - inizia Marc -, anche perché questo è uno degli appuntamenti più importanti e speciali di tutta la stagione. Ho provato in tutti i modi a recuperare in 4 settimane, ma i dottori, fin dall’inizio, mi avevano avvertito che ci sarebbero volute 6-8 settimane. Io ci ho provato comunque, ma la TAC effettuata martedì ha detto che sarebbe stato troppo rischioso: tre equipe mediche differenti hanno sentenziato: “Correre a Jerez sarebbe una “locura”, una pazzia”. Insomma, sarebbe stato troppo pericoloso, così ho deciso di non correre: stasera torno a casa per continuare la riabilitazione per risalire in moto il prima possibile e continuare a dare il mio contributo alla Honda”

Esattamente, quale sarebbe stato il rischio?

“Come ho detto, io ho fatto di tutto per essere presente a questo GP, ma quando dottori differenti ti dicono che sarebbe stata una follia lo devi accettare. Il rischio non sarebbe stato solo per una caduta, ma essendo la frattura in un punto strategico della mano, avrei messo a rischio l’arto in ogni frenata e, secondo i medici, con conseguenze non per poche settimane, ma per l’intera carriera. Il recupero sta procedendo bene, ma tornare a Jerez sarebbe stato un azzardo e tutti insieme abbiamo preso questa decisione”

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Così salterai anche i test di lunedì.

“Sì, tra l’altro fondamentali perché i soli fino a settembre. È sempre importante essere sulla moto, ho fatto fatica a perdere la gara in Argentina e, soprattutto, quella negli Stati Uniti, adesso Jerez. È un peccato non poter aiutare la Honda nei test di lunedì, ma sono sicuro che Mir e Rins continueranno il lavoro”

L’obiettivo è tornare a Le Mans?

“Sì, quello è un obiettivo più realistico, ma non ci sono certezze: come sempre, deciderà la TAC che farò il martedì precedente la gara. Se non sarà possibile, tornerò al Mugello. Come ho detto, la situazione era chiara fin dall’inizio, sapevo che i tempi di recupero sarebbero stati di 6-8 settimane. Ci ho provato a essere qui, ma non era possibile”

Cosa pensi dell’eventuale penalizzazione che dovrai scontare?

“Quello è l’ultimo dei miei pensieri: per un pilota, la peggiore penalità è farsi male e perdere delle gare. Subiti, a Portimao, ho detto che ero d’accordo con la penalizzazione, poi non so perché abbiamo cambiato dopo 2-3 giorni, non è una cosa che mi interessa”

Anche se non ci sei tu in pista, ci sono stati comunque tanti contatti tra i piloti…

“Questo succede nel motociclismo, è normale: chi dice che non è così, significa che non ha visto troppe gare”

Come si fa a mantenere la motivazione?

“Ci vuole una grande forza di volontà, bisogna fare sacrificio per mantenere alta la motivazione. Ogni giorno mi alzo alle 7, faccio due ore di camera iperbarica, mi alleno, provo a recuperare: è questo il mio lavoro”

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