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#lanotiziainprimafila
È dedicata alla gara sprint, la grande novità introdotta da Dorna nel 2023 e che l’organizzatore vorrebbe confermare per tutti i GP anche per il 2024. I protagonisti - i piloti, ma anche i tecnici e gli ingegneri - non sono molto d’accordo: pur ritenendola spettacolare, pensano, giustamente, che 22 sprint siano troppe, che andrebbero ridotte, perché così lo stress è troppo e aumenta la possibilità di farsi male.
Cerchiamo di capire pregi e difetti della sprint partendo dai numeri.
Nel 2023 sono state disputate 19 sprint - è saltata quella in Australia a causa del meteo -, per un totale di 228 punti in palio per il primo in classifica.
Guardando solo alla gara del sabato, il titolo è stato vinto da Jorge Martin con 168 punti, contro i 140 di Bagnaia e i 109 di Binder.
Sei piloti hanno conquistato almeno una sprint: Martin (9 vittorie); Bagnaia (4); Binder e A.Marquez (2); Bezzecchi e A.Espargaro (1).
Complessivamente, sul podio sono saliti 12 piloti: ai sei che hanno trionfato, vanno aggiunti M.Marquez; Vinales; Rins; Marini; Miller; Di Giannantonio.
Tre piloti hanno vinto nello stesso GP sia la sprint sia la gara: Martin (4 volte); Bagnaia (3); A.Espargaro (1), per un totale di 7 su 19, ovvero il 42%. In due occasioni - nel GP di Spagna a Jerez e nel GP di San Marino a Misano - i tre piloti del podio della sprint sono stati gli stessi del podio della domenica; tra l’altro nello stesso ordine nel GP di San Marino (Martin/Bezzecchi/Bagnaia).
Nella sprint ci sono state 49 cadute, ovvero una media di 2,5 scivolate per ogni appuntamento, con un massimo di otto cadute in Spagna a Jerez, dove era stata ripetuta la partenza, e un minimo di zero in tre appuntamenti: Gran Bretagna, San Marino e Giappone.
In totale, le cadute in MotoGP nella stagione 2023 sono state 358: questo significa che la sola sprint (su otto turni complessivi tra sabato e domenica ha inciso per il 13,68% (se ogni turno incidesse per questa percentuale, si arriverebbe a 109%…).
Sei i piloti infortunati nella sprint: Bastianini in Portogallo (frattura scapola destra); Mir in Argentina (trauma cranico); Rins in Italia (tibia e perone gamba destra); Marini in India (frattura clavicola sinistra); Oliveira (frattura scapola destra) e A.Espargaro (micro frattura testa perone sinistro) in Qatar.
Di questi piloti, Bastianini, Rins, Marini e Oliveira sono stati costretti a saltare più di un GP per recuperare dall’infortunio.
Questi i numeri. Adesso veniamo alla valutazione generale. Personalmente non sono mai stato entusiasta di questa novità e non ho cambiato idea dopo un anno di sprint. Anzi.
La mia opinione è che il nuovo formato ha alzato a livelli esponenziale lo stress di piloti e tecnici, senza aggiungere molto allo spettacolo. Le qualifiche, che per come è fatta la MotoGP adesso sono fondamentali, hanno perso totalmente di interesse, mentre la sprint è stata in molte occasioni più noiosa della gara della domenica, azzerando spesso le aspettative per l’appuntamento più importante, perché difficilmente i valori in campo sono cambiati radicalmente tra sabato e domenica.
Anche per un super fanatico di moto, seguire tutto è diventato quasi un “lavoro” e sono in molti a perdersi tra troppe libere, qualifiche, gare e garette.
Ma come la pensano gli appassionati? Ecco come hanno risposto in 2.767 a un mio sondaggio su YouTube:
per il 17% la sprint è fantastica;
bella, ma andrebbe limitata al massimo a 10 GP per il 36%;
piacevole, ma non ha convinto per il 19%;
da eliminare per il 28%.
Ecco, proprio i due estremi sono per me sorprendenti: Dorna ci dirà che per il pubblico è stato un successo strepitoso, ma secondo questo sondaggio sono molti di più quelli che l’abolirebbero di quelli che la ritengono fantastica. Significativo. Così come lo è il 36% di votanti che ritiene la sprint da effettuare solo nella metà - al massimo - dei GP in calendario.
Dorna è orientata a confermare la sprint in tutte le gare: uno sbaglio colossale, controproducente per il motomondiale.
È questa #lanotiziainprimafila di oggi, vorrei sapere la vostra opinione.