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Pole position con un tempo stratosferico e in condizioni di tensione estrema; due gare, due vittorie; giro veloce; 32 passaggi in prima posizione su 34 giri totali. Ognuno, naturalmente, può dire e pensare quello che vuole, i numeri dicono che è fortissimo. Inavvicinabile.
Non so se sia la cura Gino Borsoi o se, dopo la rabbia del 2023 per non essere stato scelto per la squadra ufficiale, abbia ritrovato serenità. Forse entrambe le cose, sta di fatto che sembra cresciuto - e un bel po’, anche - rispetto al passato, decisamente più maturo. Alto livello.
E’ sempre più convincente, gli manca solo un po’ di velocità in qualifica e nei primi giri. Nel finale è spesso il più rapido in pista, un po’ limitato da una staccata inferiore a quella di altri rivali. Non dà ancora la sensazione di poter puntare alla vittoria, ma si avvicina sempre di più. Oltre le aspettative (le mie, perlomeno…).
Ottimo fine settimana, nonostante un problema fastidioso alla mano destra, che lo ha un po’ condizionato in frenata e sulla tenuta alla distanza. Molti continuano a essere prevenuti nei suoi confronti, ma lui fa il suo piuttosto bene e con grande dedizione e serietà. Convincente.
La sprint è stata rovinata da una assurda penalizzazione, la gara penalizzata dalla posizione di partenza (decimo). Per il resto trasmette sempre la piacevole sensazione di fare il massimo possibile nella situazione in cui si trova. Sempre tosto.
Sesto nella sprint, settimo in gara: il livello è più o meno questo, sulla distanza fa un po’ più fatica, come peraltro gli succede spesso. Fantastica la partenza della domenica, per il resto sembra pensare soprattutto ad arrivare al traguardo senza fare errori. Sempre lui.
Alla fine, è sempre lui il primo pilota Aprilia al traguardo e per questo meriterebbe un voto decisamente più alto: soprattutto domenica ha disputato una buona prova. Ma compromettere il GP d’Italia per una caduta al giovedì in bicicletta, distratto dal cellulare è inammissibile, come ha detto lui stesso. Ritiro della patente.
In grande evidenza nella sprint in grande difficoltà in gara, con un cambiamento di prestazioni difficili da spiegare anche per lui. Ma queste moto sono delicate, basta un cambiamento - come quello di passare dalla soffice alla media posteriore - per perdere smalto. Gli manca ancora un po’ di costanza, ma è più o meno sempre lì. Ancora un passettino.
Bello vederlo finalmente sulla sua Ducati, bello vederlo ancora veloce, bello vedere la sua faccia soddisfatta dopo la giornata di venerdì. Poi, sulla distanza, inevitabilmente soffre, ma il ritorno è stato certamente positivo. Può solo migliorare.
I piloti Yamaha corrono un campionato a parte e il Morbido sta facendo di tutto per stare davanti al compagno di squadra: ci riesce in qualifica e in gara, mentre nella sprint è stato in grande difficoltà. Io vedo però il bicchiere mezzo pieno: è vero che Quartararo è demotivato, ma intanto Franco dimostra di essere molto più vicino a Fabio rispetto al 2022. Tieni duro.
Da lui ti aspetti sempre che faccia la differenza, ma la sua mancanza di stimoli è più che giustificata: personalmente, non me la sento di bocciarlo. Avvilito.
Dopo quanto aveva fatto vedere in Francia, al di là dell’incidente con Bagnaia, si pensava potesse essere super veloce in Italia. Invece… Forse l’Aprilia, come ha detto Espargaro, è cresciuta meno di alcune rivali, ma lui non può prendere paga dal compagno di squadra infortunato. Delusione.
Due cadute, una nella sprint per un contatto che ci può stare alla prima curva del primo giro, una in gara mentre sognava il podio. Ma era evidente come fosse appeso a un filo. Troppa foga.
E’ vero che cade tanto, ma è altrettanto certo che non si arrende, che ci prova, usando tutti i mezzi a sua disposizione: in tutto quello che fa va oltre il limite e ne paga le conseguenze in pista e fuori, ma le sue qualità di guida sono evidenti. Lo sfogo con la Honda è durissimo: porterà a qualcosa? Esagerato.
Non 10, perché, si dice, la perfezione tecnica non esiste, ma qui ci siamo davvero molto, molto vicino. Complimenti a tutti!
E’ l’unica che ha tenuta botta in qualche modo allo strapotere di Borgo Panigale. E’ mancata un po’ sulla distanza, ma il pacchetto si conferma competitivo, con la (piccola) soddisfazione di aver conquistato il nuovo primato assoluto di velocità massima.
Sicuramente qui non era competitiva per vincere, ma non è la moto la maggiore colpevole per i risultati al di sotto delle aspettative.
La sintesi perfetta è nelle parole di Marquez: “Venerdì si è fatto male Mir, sabato Rins, domenica sono caduto io, fortunatamente senza conseguenze. Questa è una moto sicura se ti accontenti di fare tra decimo e 15esimo, se provi a spingere più forte diventa rischiosa”. Amen.
Aveva illuso nelle P1 con un inizio incoraggiante, poi è sparita completamente: sembra avere solo punti deboli e nessun punto di forza.