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Che determinazione. Che sorpasso. Che sicurezza. Che dolcezza. Che velocità. Che carattere. Che capitano!
Sabato sera, dopo la Sprint mi aveva impressionato per la determinazione e la “ferocia” - sportiva, naturalmente - con la quale aveva salutato l’amico/rivale Bezzecchi: “Goditela oggi, domani sarà differente”. E’ stato diverso, molto diverso: è ovvio che nella Sprint ha avuto problemi tecnici (per me di gomme, ma è solo una mia ipotesi), ma se è a posto, è impressionante per forza mentale e velocità. E’ il capitano della Ducati.
Nella Sprint non ha entusiasmato, ma in gara ha confermato tutte le sue qualità: a me fa impazzire - in senso positivo, naturalmente - come non si scomponga nel fare e nel subire i sorpassi, va avanti per la sua strada, intimorito da niente. E’ il capitano della KTM.
Meriterebbe un voto più basso per la qualifica e per la Sprint. Ma credo sia più giusto valorizzare quanto fatto in gara, ricordando che è stato il primo GP in cui era a posto fisicamente. Per me, è uno di quelli buoni per davvero. Protagonista.
Un podio nella Sprint, un quinto posto in gara: in assoluto, la sua è stata una prestazione più che dignitosa, superiore a una “semplice” sufficienza. Ma lui qui avrebbe dovuto e potuto fare più la differenza: teoricamente, è più forte di Aleix Espargaro, le occasioni vanno sfruttate. Come si dice? Manca sempre uno per fare trentuno.
Due sesti posti molto differenti: quello nella Sprint al termine di 10 giri quasi anonimi, quello in gara dopo una furibonda rimonta dalle retrovie. Comunque si dimostra solido, e questo è un dato certamente positivo, ma per puntare al titolo bisogna fare di più. Bene ma non benissimo.
Complessivamente, non può essere considerato un GP sufficiente. E’ lì, non è lontano, ma manca ancora qualcosa. Quel qualcosa che fa la differenza.
In qualifica fa, come spesso succede, bene, ma nella Sprint si perde e in gara non può fare più di tanto dopo essere finito, senza colpe, fuori pista. La velocità ce l’ha, manca la costanza. Solito Miller.
Per una volta, fa meglio il sabato della domenica. Nel complesso, un fine settimana poco felice, forse condizionato dal futuro (secondo me va in LCR). Poco considerato.
Il meteo ha reso il suo ritorno in pista più complicato - perché non ha mai girato nelle stesse condizioni -, ma gli ha anche forse dato una mano sabato: correre sul bagnato è più faticoso mentalmente, ma ti permette anche di tenere ritmi più bassi. Domenica, sull’asciutto, è stato più che dignitoso. Un abbraccio!
Non si dà per vinto, prova in tutti i modi a tenersi una Ducati che sembra ormai aver perso. Non va piano, ma i risultati non ci sono. MotoGP addio?
Il suo impegno è encomiabile e per oltre metà gara la sua prestazione è buona, nella posizione nei tempi. Poi crolla, ma ha fatto vedere delle buone cose. Non è certo lui il problema della Yamaha. Futuro Ducatista?
Ultimo in prova (da 4), penultimo nella Sprint (altro 4), in gara fa vedere, per quello che può, il suo valore: ottima partenza, buona rimonta, fino al contatto con Marini che lo costringe a tornare ai box a cambiare moto. Comprensibilmente, è demotivato. Ma rimane un gran pilota.
Ancora una volta è sfortunato in gara: non mi piace usare questo aggettivo per un pilota, ma nel suo caso è corretto e legittimo usarlo. Però, al di là del contatto con Marquez, non è lui, non è quello del 2022. Cosa sta succedendo?
Un’altra caduta in gara: alla domenica, non è mai arrivato al traguardo. Ci è arrivato sabato, andando a “spasso”. D’accordo, non è a posto fisicamente per i postumi delle cadute in Germania e per un problema all’inguine, conseguenza, probabilmente, di una caduta mentre si allenava in bici. In ogni caso: non è più lui. Tornerà mai quello di prima?
Pole position, vittoria sfuggita per un niente nella sprint, caduta esagerata in gara. Che peccato.
Terzo in qualifica, vittoria nella Sprint, veloce in gara, prima di un problema tecnico. Giusto applaudirlo. Episodio isolato o cambio di passo?
Un’altra caduta, ancora una volta mentre andava piano. E sabato ha subito l’umiliazione di vedere Marquez che lo faceva passare. Stiamo parlando di un campione del mondo: qualcuno dice che potrebbe anche fermarsi per un anno, in ogni caso, va recuperato. Ma come?
In assoluto, il miglior risultato complessivo della Casa di Noale: 3 moto nei primi cinque posti, quattro nei dieci. Conta ancora più della vittoria. Orgoglio italiano.
Forse l’Aprilia è stata complessivamente più competitiva, ma anche a Silverstone si è vista una gran Ducati. Orgoglio italiano.
Non so dire cosa manchi rispetto ad Aprilia e Ducati (lascio il compito al nostro ingegnere), probabilmente piccoli dettagli. Ma piccoli, eh…
Domenica, al di là del risultato finale, entrambi i piloti hanno fatto una gara dignitosa, considerando le premesse.
Se Marquez smette di fare i miracoli, si capisce il reale livello di questa moto.