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Pecco Bagnaia, caduto nel GP delle Americhe quando era al comando, ha commesso un errore? Dubbi ce ne sono pochi, ormai, e la ricostruzione dell’incidente di Austin che Luca Marini ha fatto su Speedweek è molto interessante: Luca è certamente amico di Pecco, Luca è altrettanto certamente un ragazzo che ragiona e analizza le cose con lucidità.
“Ho visto - ha detto Luca - la linea di Pecco: che era molto stretta. Per tutto il fine settimana lui ha preso la curva più veloce di qualsiasi altro pilota Ducati. Forse anche il vento ha giocato, lui si è avvicinato alla curva un po’ bruscamente e l’ha presa a circa 10 km/orari più veloce di noi. Forse ha messo a dura prova la gomma anteriore, ma non lo so, questo bisogna chiederlo a lui”.
E poi ha anche aggiunto: “La caduta di Pecco mi ha impressionato di più perché era proprio Pecco”. Come dire, da un pilota così, tanto veloce quanto in forma, è difficile aspettarsi questo tipo di errore.
Dieci chilometri orari in più sembrano una enormità, Marini lo dichiara dopo aver visto (evidentemente) la telemetra. La linea più stretta, invece, deve averla studiata nei video. Infine, la frase “si è avvicinato alla curva un po’ bruscamente” si sposa con le osservazioni che abbiamo fatto anche noi in DopoGP: si sente bene nell’audio dell’on board che Bagnaia parzializza l’acceleratore e poi riapre. Però magari lo si fa spesso, in una serie di curvoni del genere da raccordare.
La gara è stata molto selettiva: soltanto tredici piloti classificati e gli altri a terra. Non tutti a causa della pista, ma quasi tutti: la pista texana, poco grip e tanti avvallamenti, è molto severa. E la necessità d utilizzare una gomma hard all’avantreno, e poi anche il vento, non hanno aiutato.
L’errore c’è stato, magari anche con la complicità del vento, ma del resto tutti possono sbagliare, e in un GP corso al limite ci sta. Facile dire adesso che Bagnaia avrebbe anche potuto lasciar passare Rins e studiarlo, dato che in linea teorica, anche perdendo il confronto, non stava battendosi con un concorrente così temibile per il titolo.
L’aspetto forse più delicato è un altro: Bagnaia ha detto di non sapersi spiegare la caduta. E dal momento che vogliamo credergli, perché Pecco è una persona seria, come si potrebbe spiegare questo fatto? Come mai Luca Marini lo ha capito e Bagnaia no?
Forse il campione del mondo ha usato quelle parole per dire altro. Magari che qualcosa sulla moto non ha funzionato come doveva ed è questo aspetto che non riesce a spiegarsi. E qui le congetture sono tante: una gomma che non gli è piaciuta fino in fondo? Un setting che lo ha tradito? Forse una moto che lo ha scaricato quando meno se lo aspettava?
Quando Pecco ha detto “forse questa moto è anche troppo perfetta” ha lasciato capire che quest’ultima interpretazione potrebbe essere quella giusta. Forse la Ducati, così come è stata evoluta con l’aerodinamica e non solo, ha spostato il livello più in alto, ha ridotto il “range di tolleranza dell’imprecisione di guida”. Per il pilota potrebbe essere salito, e di molto, il livello di sensibilità e di concentrazione necessario.