MotoGP 2023. Massimo Maio Meregalli sulla situazione Yamaha: "Risultati presto, anche se presto non vuol dire quest'anno”

MotoGP 2023. Massimo Maio Meregalli sulla situazione Yamaha: "Risultati presto, anche se presto non vuol dire quest'anno”
L'analisi del team manager sulla M1 e l'azienda giapponese
28 giugno 2023

Massimo Maio Meregalli, team manager di Yamaha, ha parlato con Marca dei problemi della M1. Ecco alcuni passaggi interessanti.

“È stato un inizio di stagione completamente diverso da quello che ci aspettavamo – ha chiarito Meregalli -. Abbiamo fatto dei buoni test invernali, dove siamo rimasti soddisfatti di tutto il lavoro svolto in Giappone. Ma abbiamo imparato, non avendo esperienza con l'aerodinamica, che non è solo buono migliorare il carico aerodinamico e la velocità, devi anche sapere come far girare la moto. Perché con quello che è successo quest'inverno abbiamo migliorato la deportanza e la velocità massima, ma poi la moto non girava per niente”.

Ancora: “Si dice sempre che i giapponesi siano conservatori, ma noi stiamo lavorando. Quando abbiamo dovuto omologare il primo pacchetto aerodinamico, abbiamo dovuto perdere un po' di velocità massima e tornare indietro al 2021 per avere almeno la maneggevolezza. È stato deludente”

Ma non tutto è negativo, secondo Meregalli: “Per me non è necessario parlare di crisi perché, probabilmente abbiamo riorientato lo sviluppo in una direzione che non era quella giusta e stiamo pagando quella poca esperienza con l'aerodinamica”.

Ancora sull’aerodinamica: "Gli altri sono partiti molto prima di noi e ora stiamo pagando quel ritardo. Dobbiamo fare il meglio che possiamo e sfruttare i problemi che hanno gli altri, come è successo ad Austin (terzo posto di Quartararo, ndr)”.

Tuttavia Meregalli sa bene che anche “quando c'è una possibilità, non sempre si realizza perché i nostri piloti sono sempre costretti a spingersi al limite e questo fa sbagliare”.

Sul passato: “Abbiamo avuto altri momenti difficili, come con Vale e Maverick... Ora i nostri rivali, specialmente gli europei, hanno fatto un grande salto. Sicuramente dobbiamo fare un passo per cambiare il metodo di lavoro. Si dice sempre che i giapponesi siano conservatori, ma noi stiamo lavorando. È un cliché, ma dobbiamo unire il metodo dei giapponesi con quello degli europei. Perché abbiamo già una base in Italia, con ingegneri europei. Spero che i risultati si vedano presto, anche se presto non vuol dire quest'anno”.

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