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È considerato uno di famiglia: Pablo Nieto è cresciuto assieme alla squadra VR46: prima in Moto3, poi in Moto2, quindi in MotoGP. Moto.it ha fatto chiacchiere con lui alla presentazione della stagione 2023.
Da quanti anni lavori con il gruppo VR46?
“Dal 2015. Mi ricordo quando nel 2014 vennero a parlarmi Uccio (Alessio Salucci, NDA) e Albi (Alberto Tebaldi, NDA): è stato un bel momento, sono veramente contento di essere ancora qui”
Perché la VR46 ha scelto Pablo Nieto?
“Non lo so nemmeno io… Credo che avessimo fatto un ottimo lavoro con Maverick Viñales vincendo il titolo nel 2013, al secondo anno di vita di quella squadra. Soprattutto credo che la mentalità della VR46 sia molto simile a quella della famiglia Nieto”
Qual è questa mentalità?
“Ci piace vincere, ci piace dare il 100%, ma siamo anche consapevoli di essere fortunati, di fare un lavoro che ci piace, abbiamo la possibilità di divertirci, di goderci il momento. Dobbiamo sempre ringraziare per fare il mestiere che facciamo. È un lavoro difficile, perché stiamo tanto tempo fuori da casa, ma la moto è la nostra passione: non ce lo dobbiamo dimenticare”
Com’è il rapporto con Uccio, Albi? E con Valentino?
“Siamo una famiglia. Condividiamo tutte le informazioni: io e Uccio siamo la parte più operativa dentro al team. Ma c’è anche l’Academy, Carlo Casabianca (il preparatore atletico, NDA): il mondo VR non è solo in pista, ogni anno cresciamo, aumentano le persone. Siamo la VR”
“Siamo la VR”: fa differenza…
“Sì, siamo sempre sotto osservazione, tutti ci guardano con particolare attenzione. È vero, ci divertiamo, ma dobbiamo sempre fare il meglio, siamo tra amici, ma è un lavoro”
Per i piloti si dice che la MotoGP è tutta un’altra cosa rispetto alle altre categorie; si può dire la stessa cosa per un team manager?
“Sì, questa è la “Champions League”: c’è molta più pressione mediatica, c’è il rapporto con la Casa ufficiale. Ma a noi questa pressione piace, è stimolante”
Come giudichi la MotoGP nel suo complesso?
“Non dobbiamo fare un paragone con la F.1, noi siamo la MotoGP: il 2023 sarà un anno completamente diverso. C’è un livello altissimo, tutti i primi 15 piloti possono vincere almeno una gara, sono curioso di vedere come sarà con la SprintRace”
Marini e Bezzecchi: ce li puoi descrivere?
“È una fortuna lavorare con loro, li conosco da tanti anni. Sono diversi, ma vanno entrambi molto forte. Marini è stato primo nei test di Valencia e Malesia, ci possiamo divertire moltissimo con lui. Bez è uno che va fortissimo, ma fa anche gruppo, tutti gli vogliono bene”
Credo che per Luca sia stato complicato arrivare dove è arrivato?
“Secondo me no. Lui è molto orgoglioso di essere chi è: sta dimostrando il suo valore, sta andando veramente forte. Essere fratello di Valentino Rossi è solo un piacere. Capisco molto la sua posizione, a me è successo lo stesso: io sono il figlio di Angel Nieto, sarà così per tutta la vita. E per me è un orgoglio, non un peso. Per lui è uguale: è il fratello di Valentino Rossi, ma sta dimostrando di essere un pilota fortissimo. È lui quello che va in moto, non il fratello di… Non dobbiamo dimenticarci da dove arriviamo, il nostro DNA è meraviglioso”
Obiettivi per il 2023?
“Migliorare quanto fatto nel 2022, essere protagonisti. Dobbiamo farci vedere in tv la domenica…”
Si può vincere una gara?
“Anche due”